In una località del Sopraceneri (per motivi confidenziali la località non viene precisata) ai genitori di una bambina di 8 anni affetta da epilessia mioclonica, è stata rifiutata la possibilità di curarsi con il cannabidiolo.

La disperata richiesta della madre svizzera è scaturita dopo che la famiglia ha visto un servizio al telegiornale relativo alla somministrazione di cannabis ai bambini per scopi terapeutici e in particolare al caso di Jayden David, 7 anni, che vive negli Stati Uniti ed è affetto dalla Sindrome di Dravet, proprio come la loro bambina: curato con alcune dosi giornaliere di gocce di cannabidiolo, il CBD, oggi Jayden riesce finalmente a condurre una vita dignitosa.

Il CBD è il componente non psicoattivo della marijuana contenuto in tutti i tipi di cannabis: in quella generata da alcuni semi di canapa di tipo autofiorente, ad esempio, il CBD può essere il principio attivo in percentuale minima rispetto ad altri componenti. Tuttavia i benefici di questa sostanza, seppur minima, possono essere notevoli e variano da paziente a paziente.

Proprio dalla consapevolezza di questa opportunità, anche questa mamma vorrebbe poter aiutare la sua bambina rendendo la sua vita più sostenibile, dal momento che hanno già provato innumerevoli altri medicamenti inefficaci.
I sintomi di questa grave forma di epilessia, di cui la bimba soffre dall’età di 3 mesi, sono stanchezza, nausea, vomito e allucinazioni, ma soprattutto impossibilità di muoversi, camminare, parlare e continui spasmi epilettici che condizionano l’esistenza della piccola.

I genitori si sono quindi rivolti al dottor Werner Nussbaumer, il medico autorizzato dall’Ufficio federale della Sanità a curare i suoi pazienti con la canapa, per poter iniziare a somministrare alla loro bimba la terapia. Dopo qualche giorno, tuttavia, lo stesso Ufficio federale della Sanità ha negato l’autorizzazione di proseguire.

A questo punto la madre si è rivolta al Direttore del Dipartimento della sanità, il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, per sensibilizzarlo sulla questione.

I genitori, disperati, confidano nell’interessamento e nell’attenzione delle autorità perché possano aiutare la famiglia nella battaglia contro la grave malattia della piccola. Con la speranza di riuscire anche ad aiutare altri bimbi affetti dalla stessa patologia.