La Russia ha iniziato a trasferire da Murmansk verso San Pietroburgo i 30 membri dell’equipaggio dell’Arctic-Sunrise, una nave di Greenpeace, detenuti dopo un’azione su una piattaforma petrolifera nell’Artico. L’annuncio è stato fatto lunedì 11 novembre dall’ONG e dal comitato d’inchiesta russo.

I prigionieri hanno lasciato nelle prime ore del mattino il luogo di detenzione a Murmansk, città nell’estrema parte nord-occidentale della Russia e si stanno dirigendo verso San Pietroburgo, ha indicato una portavoce di Greenpeace.
Il comitato d’inchiesta ha spiegato che i detenuti, accusati di pirateria e di hooliganismo, sono di competenza della giurisdizione di San Pietroburgo. Fra i prigionieri c’è anche un cittadino svizzero, Marco Weber, di 28 anni.

Secondo una fonte vicina al dossier citata dall’agenzia Interfax, il viaggio in treno dei prigionieri durerà due giorni e mezzo.
Greenpeace deplora che i vagoni usati per il loro trasporto non siano perlomeno provvisti di un sistema di riscaldamento, in una stagione dove in quella parte della Russia la temperatura scende a zero gradi.

L’Arctic-Sunrise era stata fermata il 19 settembre da un commando russo dopo che i militanti di Greenpeace avevano cercato di salire su una piattaforma petrolifera della società russa Gazprom, per denunciare i rischi ecologici legati alle trivellazioni in mare.
I 30 membri dell’equipaggio e 2 giornalisti indipendenti erano stati incarcerati a Murmansk. Le accuse a loro carico sono punibili sino a 7 anni di carcere.

Il 22 novembre, il Tribunale internazionale del diritto del mare dovrà rendere la sua decisione sulla richiesta presentata dai Pesi Bassi di far liberare l’intero equipaggio.
Questa giurisdizione delle Nazioni Unite competente per risolvere i litigi marittimi era stata interpellata dai Paesi Bassi perchè la nave batteva bandiera olandese.