Il 19 ottobre alle ore 14:56 il dr. Tobiolo Gianella, docente all’USI e uno dei candidati favoriti alla presidenza della sezione PLR di Lugano, con un messaggio Facebook (attenzione, ciò non è affatto frivolo: anche il presidente del Consiglio di Stato comunica così) mi ha sollecitato un’intervista da pubblicarsi su Ticinolive. Ho accettato con piacere, valutando la proposta come interessante (e avrei accettato comunque, fosse soltanto per cortesia).

Queste che leggete sotto sono le domande, precise sino all’ultima virgola, che ho pensato di porre al candidato presidente. Non so se siano brillanti, non spetta a me giudicare. Ma è un’intervista onesta, in nessun modo ostile a lui o al suo partito, mirante sostanzialmente a presentare al pubblico una personalità forse non delle più conosciute e a raccogliere i suoi giudizi su alcuni temi fondamentali di politica comunale.

Tutto bene? Purtroppo no perché il dr. Gianella, avanzando una scusa poco plausibile, si è poi – dopo molti giorni – negato all’intervista. Nessun dramma, per carità, ma mi permetto ugualmente di pubblicare le domande, che posseggono una loro valenza indicativa benché prive di risposta. Certo, comprendo, ammetto, non è la stessa cosa.

Peccato perché poteva essere bella! 


Francesco De Maria   Come ha vissuto la dura campagna elettorale 2013 ?

In qualche momento (o sempre) ha pensato che il partito potesse farcela?

Lei ritiene che la sezione PLR cittadina sia stata efficace nella gestione della competizione elettorale? Impegnata? Lucida?

Le faccio una domanda apparentemente scontata e banale, che tanto banale non è: perché la Lega ha vinto a Lugano?

Il PLR ha fornito una cattiva performance elettorale? Non ha saputo radunare le forze? Ha impiegato mezzi insufficienti? Oppure, semplicemente, è stato travolto dallo slancio leghista?

Ho sentito in giro, formulata da persone non prive di senno, questa opinione: “La Lega oggi ha raggiunto il suo apice, da ora in poi declinerà”. Al che ho replicato (come sempre prudente): “Può darsi, ma è pericoloso confondere una previsione con una speranza!”

Nel momento in cui ReGiorgio si ritira non ci si può esimere dal valutare il suo lungo sindacato di 29 anni. Quali lodi debbono essere tributate a Giudici? E, per equa simmetria, quali critiche?

In Municipio entra il Michele Bertini, 28 anni, bandiera del rinnovamento, pieno di giovinezza e di voglia di ben fare. A suo avviso, come è riuscito egli ad imporsi a concorrenti ben più navigati, ricchi di esperienza e di mezzi?

Come vede l’interazione in Municipio tra la maggioranza leghista (Borradori, Quadri, Foletti) e la minoranza liberale (Masoni Brenni e Bertini)? Sarà pacifica e costruttiva? Conflittuale? E quale ruolo potranno giocare Jelmini e Zanini Barzaghi?

Dopo l’amaro aprile 2013 il liberalismo luganese necessita urgentemente di un rilancio. Lei si è messo a disposizione per la presidenza della sezione e presenterà alla sezione il suo programma. Vuole anticiparcelo, nelle linee essenziali?

Non potrà non parlare delle finanze cittadine, poiché oggi il 90% del discorso politico verte (non è uno scandalo, è semplicemente fatale) sui soldi. L’opulenta Lugano si sta impoverendo?

La Commissione cerca ha scelto una rosa di candidati. Vuole brevemente presentarci i suoi “concorrenti”?

Com’è fatta e come lavora la sezione di Lugano? Di quanti membri si compone la direttiva?

A chi spetterà la decisione circa il nuovo presidente? Quando verrà presa?

La rivincita, a Lugano, si giocherà nell’aprile 2016 (e sarà preceduta da un’altra rivincita, al Cantone, nel 2015). Il PLR ce la farà a riconquistare il primato? Quali fattori politici potrebbero favorirne il “ritorno”?

Infine, se sarà eletto, quanta parte del suo tempo sarà disposto a destinare all’assolvimento dei suoi compiti di presidente?