Citando un responsabile della polizia filippina, l’agenzia di stampa Reuters conferma che il passaggio del tifone Hayan sulle Filippine potrebbe aver causato 10’000 morti nella sola città di Tacloban, sull’isola di Leyte. Il presidente filippino ridimensiona invece le cifre, stimando a 2’500 al massimo le perdite in vite umane.

Quattro giorni dopo il passaggio del tifone, la Croce Rossa non ha ancora stilato un bilancio completo e definitivo delle vittime. Saranno necessari ancora diversi giorni per misurare il livello della devastazione causata dal tifone.

Tacloban è il luogo che ha subito i danni maggiori e dove indubbiamente si conta il numero più alto di vittime. Qui e sull’isola di Samar i venti hanno soffiato fino a 380 km/h, causando onde alte fino a sei metri.
Per dare un’idea delle dimensioni del disastro, un operatore umanitario a Tacloban ha fatto una similitudine con lo tsunami che il 26 dicembre 2004 si era prodotto nell’Oceano Indiano, colpendo l’intero Sud-Est dell’Asia e facendo oltre 230’000 morti e quasi 5 milioni di sfollati.

Nelle Filippine la catastrofe ha colpito in totale circa 10 milioni di persone. Si contano quasi 700’000 persone rimaste senza casa.
Le autorità faticano a far fronte alla situazione, incapaci al momento di fornire acqua, cibo, medicine e riparo ai sopravvissuti. La comunità internazionale sta mobilitando i suoi aiuti.
Dalle prime ore di mercoledì migliaia di persone cercavano di trovare un posto sui pochi voli militari in partenza da Tacloban, aerei giunti per portare aiuto umanitario e equipaggiamento.