Telefoni cellulari, telefoni senza filo (e relative antenne), computer, forni a micro onde, WiFi… i campi elettromagnetici e la radiofrequenze hanno invaso la nostra vita. Dobbiamo averne paura? Il loro pericolo per la salute è dimostrato?

Domande che tornano a scadenze regolari, con una valutazione scientifica dei rischi che è molto complessa.

La posta in gioco industriale e economica è considerevole, i conflitti d’interesse non possono essere ignorati né sottovalutati.
Si deve anche tener conto delle manifestazioni patologiche delle persone che ritengono di essere vittime di un’esposizione a questi campi elettromagnetici. Una ipersensibilità alle onde che non sembra corrispondere ad alcuna causa biologica che permetta di capirle.

In Francia, l’Agenzia nazionale della sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro ha reso pubblico un parere sulla questione. Riguarda in particolare la telefonia mobile.
Dopo aver analizzato 300 pubblicazioni scientifiche sul tema fatte negli ultimi quattro anni, gli esperti notano che si osserva qualche effetto biologico ma che si tratta di effetti fugaci, che non hanno una traduzione fisiologica osservabile né conseguenze patologiche.

Inoltre, non è stato trovato nessun legame tra gli effetti biologici e ipotetici effetti sanitari. Se nei soggetti esaminati sono stati riscontrati determinati fenomeni, questi non possono essere attribuiti alle onde elettromagnetiche.

Unico rischio concreto è quello di tumore cerebrale (glioma, meningioma) e questo unicamente sulla base di consumi intensi e prolungati.
L’agenzia francese ha anche rilevato con lo sviluppo massiccio delle tecnologie che fanno ricorso a radiofrequenze e conducono a un’intensa esposizione della popolazione, la possibilità di un aumento dei casi di ipersensibilità alle onde.

Si imporrebbero comunque misure di sorveglianza del rischio. Di fronte all’assenza di dati, alla rapida evoluzione del consumo delle tecniche di comunicazione e all’esposizione della popolazione in generale, l’agenzia francese preconizza il lancio di ricerche supplementari e nell’attesa raccomanda :

. di usare di preferenza il kit mano-libere
. di ridurre l’esposizione dei bambini
. di sorvegliare meglio i livelli di esposizione all’esterno e all’interno
. di chiedere i livelli di esposizione massima su ogni dispositivo che emette campi elettromagnetici nell’ambito personale e professionale

Agli operatori e alle autorità l’agenzia chiede :

. di identificare le esposizioni più elevate e condurre studi di fattibilità tecnica per ridurli
. di far indicare su ogni dispositivo che emette campi elettromagnetici i livelli di esposizione massima, negli ambienti personali e professionali

Una volta fatte queste raccomandazioni, restano due domande principali, oltre alla richiesta di condurre al più presto nuovi studi.

Primo, come capire le attuali manifestazioni dell’ipersensibilità alle onde? Secondo, si notano sintomi crescenti e durevoli di una forma progressiva di dipendenza verso i nuovi mezzi di comunicazione? Quali sono i rischi e quale prevenzione va fatta?

(Fonte : Slate.fr)