Lo storico accordo sul nucleare concluso il 23 novembre a Ginevra fra l’Iran e la comunità internazionale porta vincitori e sconfitti : i vincitori sono l’Iran, il presidente iraniano, gli Stati Uniti, l’UE, la Russia e i paesi asiatici consumatori di petrolio iraniano. I perdenti sono Israele, Arabia Saudita e gli Stati del Golfo persico.

L’Iran
Il governo di Teheran si dice soddisfatto dell’accordo raggiunto a Ginevra, che interviene dopo anni di sanzioni economiche imposte all’Iran dalla comunità internazionale.
L’accordo permette all’Iran di uscire dall’isolamento e di tornare a respirare, almeno per i sei mesi che precedono la firma di un trattato permanente.
Nell’ambito dell’accordo, l’Iran vede tolte le sanzioni in diversi settori, soprattutto quello dei metalli, dei pezzi per le auto e gli aerei, dei prodotti petroliferi raffinati (che rappresentavano un mancato guadagno annuo di 7 miliardi di dollari).
E’ stato anche concluso che altre sanzioni non verranno imposte all’Iran, contrariamente a quanto chiedeva Israele.
Altri vantaggi per gli iraniani : potranno continuare a arricchire l’uranio, con un limite massimo del 5% e, pur non potendo costruirne di nuove, conserveranno le centrifughe esistenti.

Il presidente iraniano
Hassan Rohani ha raggiunto il suo scopo, strappando un accordo che permette all’Iran di continuare ad arricchire l’uranio, malgrado la percentuale sia stata abbassata e malgrado i siti nucleari del paese verranno costantemente sorvegliati.
I suoi oppositori più agguerriti si sarebbero scatenati se avesse completamente sacrificato l’indipendenza nucleare del paese.

Gli Stati Uniti
Il presidente americano Obama ha raggiunto l’obiettivo di un accordo nucleare con l’Iran, optando per la soluzione diplomatica e scartando qualsiasi opzioni di un intervento bellico.

L’Unione europea
La responsabile della diplomazia europea Catherine Asthon ha avuto lunghe discussioni con i rappresentanti iraniani, soprattutto con il ministro degli Affari esteri Mohammad Javad Zarif.
In queste discussioni la Ashton ha sempre spinto per una soluzione diplomatica e per il momento sembra che il suo punto di vista abbia vinto.

La Russia
Mosca ha sempre rifiutato di appesantire le sanzioni contro l’Iran (così come sta facendo con la Siria) e ha sempre chiesto di negoziare per trovare una soluzione diplomatica.
Il ministro degli Affari esteri Sergueï Lavrov ha dichiarato, domenica 24 novembre, che nell’accordo concluso a Ginevra non vi erano né vincitori né perdenti. Ma chi si considera il vero vincitore è Vladimir Putin, che ancora una volta ha respinto l’opzione militare e non si fatto impressionare dalle pressioni del premier israeliano Benyamin Netanyahou.

I paesi asiatici consumatori del petrolio iraniano
Le sanzioni sulle esportazioni di petrolio iraniano saranno mantenute nei 6 mesi coperti dall’accordo, ma fino a quando Teheran rispetterà i termini posti a Ginevra, le potenze mondiali non adotteranno nessuna nuova misura economica contro l’Iran.
Un impegno accolto con sollievo dalle economie asiatiche grandi consumatrici di energia, come l’India, la Cina o il Giappone, che potranno continuare a importare petrolio iraniano.

Israele
Il premier Netanyahou non ha lesinato sforzi per combattere il programma nucleare iraniano. La sua campagna ha causato un aperto conflitto con gli Stati Uniti. Per neutralizzare il programma nucleare di Teheran, aveva chiesto, inutilmente, un rafforzamento delle sanzioni.
Ha fatto sapere che qualsiasi accordo concluso con gli iraniani non avrebbe impedito a Israele di continuare la sua politica di difesa.
Il premier israeliano, scandalizzato che l’accordo non contenga ulteriori sanzioni verso l’Iran, sostiene che il trattato firmato a Ginevra non porterà né alla riduzione dell’arricchimento dell’uranio da parte degli iraniani, né alla soppressione delle centrifughe o dei reattori ad acqua pesante.

Arabia Saudita, Stati del Golfo persico
Anche questo paesi sono preoccupati dall’influenza e dalle ambizioni di Teheran nella regione. Hanno segretamente avviato contatti stretti con Israele e avviato un dialogo su temi relativi alla difesa e a interessi strategici.
L’Arabia Saudita ha dichiarato che rimarrà vigile fino a quando il programma nucleare iraniano non verrà soppresso. Il che significa che a sua volta potrebbe pensare di dotarsi dell’arma nucleare.

(Courrier International.com)