L’ammontare dei prestiti a rischio delle banche europee è raddoppiato tra il 2008 e il 2012, raggiungendo la somma di 1’187 miliardi di euro. Una cifra alimentata soprattutto dagli aumenti registrati in Italia, Grecia, Spagna e Irlanda.

Il rapporto redatto da Pricewaterhouse Coopers indica che i prestiti a rischio sono passati da 514 miliardi di euro nel 2008 a 1’187 miliardi di euro alla fine del 2012 e prevede un aumento, tenuto conto del clima economico incerto.

Secondo Richard Thompson di PwC, il riequilibrio dei bilanci del settore bancario europeo, che deve passare dall’epurazione di questi prestiti, dovrebbe durare ancora qualche anno.

Per il suo rapporto, PwC si è basata su dati provenienti dalle banche stesse. Il paese più a rischio è la Germania, con un portafoglio di questi crediti stimato a 179 miliardi di euro, rimasto comunque invariato rispetto allo scorso anno.
Per contro, la Spagna è passata da 136 miliardi di euro nel 2011 a 167 miliardi nel 2012.

Secondo Thompson, numerosi investitori stranieri, fra i quali diversi fondi americani, manifestano un interesse crescente per questi attivi, che intendono riacquistare.
“Conosciamo decine di gruppi di investitori molto interessati a questo mercato – ha detto – Dopo che le banche cercheranno di conformarsi alle esigenze in materia di capitali dell’accordo di Basilea III e che reagiranno agli stress test della Banca centrale europea che seguiranno l’audit di qualità degli attivi, prevediamo che un numero ancora più grande di attivi “difettosi” verrà messo sul mercato, nel 2014 e oltre.”

(Fonte : Express.be)