Il valore dei titoli scenderà a livelli molto bassi. Il consiglio: uscite ore dall’azionario.
(Russell Napier, consulente economico)


“Siamo alla vigilia di uno shock deflazionistico – commenta Russell Napier, consulente presso CLSA-Asia Pacific Markets, uno dei principali gruppi di servizi finanziari e broker indipendenti sull’azionario della regione Asia-Pacifico.

napier1“Questo shock – prosegue Napier – ridurrà probabilmente le valutazioni dell’azionario da livelli molto alti a livelli molto bassi. (…)
Il consiglio è di lasciare ora, visto che è sempre più probabile che il presentarsi di un evento ad hoc sarà l’elemento catalizzatore che trasformerà le aspettative inflazionistiche in aspettative deflazionistiche.
Di fatto, in un momento in cui ovunque i prezzi stanno già scendendo, bisogna attendersi un grande evento che colpirà il mercato del credito”.

Napier ricorda che sono tre le volte dal 1997 in cui l’inflazione è scesa sotto l’1% con impatti molto negativi per gli investitori che puntavano sull’azionario : “In tutte le tre occasioni un già basso livello di inflazione è stato trascinato ancora più in basso da eventi drammatici: la bancarotta della Russia e il collasso di LTCM nel 1998; gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001; il crack di Lehman Brothers nel settembre 2008.”

“Il punto – continua l’economista – è che l’inflazione è scesa all’1,10% negli Stati Uniti e fino allo 0,7% nella Zona euro (anche se i dati di novembre hanno messo in evidenza un recupero del tasso allo 0,9%), e siamo pericolosamente vicini alla deflazione.
Gli investitori stanno guardando con favore all’impatto diretto del Quantitative easing sulle valutazioni dei titoli, ma stanno ignorando che il QE non ha prodotto una crescita nominale del Pil sufficiente a ridurre i debiti.
In un mercato in cui le cattive notizie vengono viste come buone notizie (dato che giustificano l’esistenza di ulteriori manovre di QE), la realtà del fallimento del QE diventerà una cattiva notizia, mentre ci avvicineremo alla deflazione”.

“Quando l’inflazione americana scese sotto l’1% nel 1998, nel 2001-02 e nel 2008-09, gli investitori che puntano sull’azionario subirono perdite importanti. Se un simile shock deflazionistico dovesse colpire ora, le perdite sarebbero ben peggiori, dal momento che le risposte monetarie a disposizione sono molto più limitate che in passato”.

(Fonte : Wall Street Italia.com)