Nella Repubblica Centrafricana, da due giorni la popolazione cristiana sfoga la collera contro i guerriglieri dell’ex ribellione della Seleka e lo fa prendendo di mira anche la comunità musulmana.

Martedì 10 dicembre una moschea a Bangui, la capitale, è stata attaccata e diversi fedeli che vi si trovavano in preghiera sono stati uccisi. I muri della moschea sono stati distrutti e diversi esemplari del Corano e altri libri religiosi sono stati bruciati.

La moschea incendiata a Bangui martedì 10 dicembre
La moschea incendiata a Bangui martedì 10 dicembre
L’inizio delle operazioni di disarmo da parte dei soldati francese degli ex combattenti della Seleka (la formazione composta da mercenari stranieri, briganti e banditi locali si era dissolta lo scorso settembre) ha liberato la collera della popolazione cristiana, che per mesi è stata vittima dei ripetuti e violenti attacchi da parte dei membri di questa formazione.
Una collera che ora esplode in maniera anarchica, senza distinzione fra gli ex guerriglieri e la popolazione musulmana.

“Le persone sono barricate in casa e hanno paura – commenta Ahmat Deliris, uno dei responsabili della comunità islamica della Repubblica Centrafricana – In molti fuggono dai loro quartieri.”