Il movimento “Basta stare zitti!” “È un nostro diritto avere un lavoro!” impazza su Facebook, raccogliendo centinaia e centinaia di post, sconsolati o furenti. Ticinolive ha brevemente intervistato l’amministratore del gruppo Ale Conrad.

1. Chi ha fondato questo gruppo?

AC Il gruppo lo ha fondato Marco Chiffi, in seguito io mi sono aggiunto come amministratore quando il tutto ancora era giovane, ora lo gestiamo assieme.,

2. In quanti siete? Come siete organizzati?

AC Per ora siamo in pochi, e ancora mal organizzati secondo me. Nell’anno nuovo durante le prime riunioni vedremo di creare una sorta di comitato e metterci le idee più in chiaro visto che siamo ancora molto giovani come gruppo (meno di un mese).

3. Che cosa volete esattamente?

AC Per intanto vogliamo farci sentire, sensibilizzare le persone sull’argomento, smettere di catalogare il frontaliere come un nemico della nazione, fare una raccolta di firme e, magari, se riusciremo ad avere abbastanza membri, fare una manifestazione.

4. Di quali mezzi disponete per ottenere ciò che volete?

AC Disponiamo solamente della forza di volontà e della disperazione di molti dei nostri utenti.

5. Voi condannate tutti i partiti allo stesso modo oppure per alcuni fate eccezione?

AC Non condanniamo nessun partito, semplicemente siamo tutti nella stessa barca.

6. La sinistra, e in particolare il PS, non si è mossa di un millimetro: apertura delle frontiere, adesione all’Europa, no al controllo dell’immigrazione di massa. Secondo voi la sinistra fa l’interesse dei lavoratori?

AC Potremmo farne nascere un dibattito lungo settimane, o mesi.

7. Perché, secondo voi, gli imprenditori si comportano in modo così negativo e asociale, danneggiando la comunità?

AC Perché dove c’è il denaro non c’è etica, il capitalismo funziona in questo modo, e “giustamente” ognuno pensa ai propri interessi. Gli imprenditori traggono solo interessi da questa situazione.

8. Se qualcuno, malignamente, vi rinfaccia che non fate altro che lamentarvi, come rispondete?

AC Penso che ci voglia poco per capire che siamo passati oltre alla semplice lamentela.