Dopo sei anni di depressione economica, la Grecia non sembra voler guarire. Le prospettive di crescita per questo nuovo anno sono tutte pessimiste e negative, mentre il Pil del 2013 è stato del 4% inferiore a quello del 2012.

Di fatto, rispetto al’inizio della crisi l’economia greca si trova oggi amputata di almeno il 25% delle sue ricchezze e delle sue risorse. A titolo comparativo, l’economia americana aveva perso il 30% durante la Grande Depressione, alla fine degli anni 1920.
La Grecia subisce dunque un’autentica depressione dalla portata terrificante, con un tasso di disoccupazione ufficiale del 27%, di cui il 55% fra i giovani.
La realtà è ancora più drammatica, perchè per un greco che lavora, due greci sono disoccupati.

Per raddrizzare la sua crescita, la Grecia non potrà puntare sull’esportazione, malgrado gli intensi sforzi di produzione e malgrado salari in caduta libera.
Il 2014 assomiglierà agli anni precedenti, malgrado le previsioni del governo di Atene, dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale – che si sbagliano sistematicamente da diversi anni prevedendo l’imminenza della ripresa greca.

Eppure negli ultimi due anni l’economia della Grecia è cambiata.
Il paese mostra un’eccedenza commerciale principalmente grazie al settore del turismo, in progressione del 12% nel 2013 e per una disoccupazione massiccia e una contrazione economica che logicamente si sono tradotti con un sensibile calo delle importazioni.
Oggi la Grecia non ha più bisogno di chiedere prestiti sui mercati, così come non ha più bisogno dell’aiuto europeo per finanziare le sue nuove spese.
Inoltre, dopo aver realizzato circa 110 miliardi di euro di economie nel 2012 e 2013, il bilancio greco sarà in eccedenza a partire da quest’anno.
Il paese non dispone evidentemente dei redditi sufficienti per liberarsi dagli interessi del suo gigantesco debito, ma si può dire che è in grado di pagare da sè le spese correnti.

Le numerose previsioni che davano la Grecia fuori dalla Zona euro nel 2011 e poi nel 2012 si sono rivelate tutte sbagliate. Per la Grecia, nel 2012 e nel 2013 era letteralmente impossibile abbandonare la moneta unica, perchè il paese non aveva modo di assicurare la propria sussistenza.
Invece, l’eccedenza commerciale del 2013 e l’eccedenza di bilancio prevista quest’anno permetterebbero al governo greco di decidere di uscire dalla Zona euro, se volesse farlo.
Di fatto oggi la Grecia sarebbe capace di lasciare unilateralmente la moneta unica senza essere ridotta a dover ancora chiedere l’assistenza dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale.

L’eccedenza commerciale le permetterebbe di ritrovare una dracma solida, che inoltre potrebbe essere svalutata per rilanciare le esportazioni.
Il governo e l’ordine pubblico non sarebbero minacciati perchè il paese avrebbe a disposizione fondi sufficienti per pagare le fatture.
La Grecia non farebbe default perchè il suo debito verrebbe rimborsato gradualmente con una dracma che, nel caso di estrema urgenza, potrebbe essere stampata secondo le necessità.
L’uscita della Grecia dalla Zona euro non sarebbe dunque una catastrofe, soprattutto non per la Grecia.

(Fonte : Aktuwiki.fr)