Ticinolive segue da vicino con vivo interesse la combattuta campagna che ci porterà al 9 febbraio. Il portale, indipendentemente da quella che può essere la sua posizione sul tema, ospita contributi in favore del sì e in favore del no. È oggi la volta di Massimiliano Ay, segretario del Partito Comunista.

Circa il caso particolare citato di Arlind Lokaj ci permettiamo di far notare ad Ay che l’autorità ha ordinato che fosse eseguita una perizia psicologica, a seguito della quale la partenza del giovane è stata sospesa.


L’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa non va confusa con il legittimo No  agli accordi bilaterali e all’estensione della libera circolazione. Il  Partito Comunista ha una impostazione critica all’odierna libera  circolazione poiché, in realtà, essa non favorisce la libertà di  movimento degli esseri umani ma solo la libertà di circolazione dei  capitali e la libertà di sfruttamento della manodopera da parte del  padronato locale. Tutto ciò non c’entra però assolutamente niente con  l’ennesima iniziativa xenofoba avanzata dall’UDC e che andremo a votare  prossimamente. L’iniziativa UDC è, infatti, contro l’immigrazione in sé e dunque contro tutti i lavoratori e contro i rifugiati che scappano da  situazioni di guerra o di instabilità (spesso causate anche dalla  complicità dei nostri governi occidentali).

Ricordo che una delle mie prime battaglie politiche fu contro un’iniziativa  xenofoba nel 2001: essa chiedeva di inserire nella Costituzione federale il limite massimo del 18% di stranieri presenti sul territorio  svizzero. Se fosse passata avremmo avuto seri problemi dal lato  economico, ma anche eticamente non sarebbe stata accettabile.  Rileggendo, a oltre dieci anni di distanza, le argomentazioni di  quell’iniziativa e paragonandole con le motivazioni della proposta  odierna, mi rendo conto di come l’UDC ci ripresenti la solita minestra  riscaldata. Questa volta però sostenuta anche dai Verdi ticinesi e da  alcuni esponenti PS che fino a ieri erano europeisti sfegatati  corresponsabili di questo scempio e che oggi pensano di risolvere  qualcosa riscoprendo un nazionalismo anti-straniero e facendo di tutta  l’erba un fascio. Questo modo di fare politica irresponsabile non  rilancerà l’economia e l’occupazione, ma creerà solo una ulteriore  guerra fra poveri, con certi ecologisti e certi socialisti che pensano  così di aver dato una spallata al neo-liberismo. Illusioni!

L’iniziativa contro l’immigrazione di massa che voteremo in febbraio si propone  infatti di attuare una limitazione fissa al numero di immigrati. Tali  tetti massimi mettono in un’unico calderone, ad esempio, i lavoratori  immigrati con i rifugiati politici: in pratica, se ne abbiamo “troppi”  dei primi (che spesso, peraltro, svolgono professioni abbandonate dagli  svizzeri e assumono quindi un ruolo fondamentale per l’economia  nazionale), dovremmo rifiutare di concedere asilo a chi scappa da  situazioni di crisi umanitaria. Il Partito Comunista e altre  associazioni hanno da poco ricordato il 40° del golpe fascista in Cile e i tetti limite imposti inizialmente da Berna per ostacolare chi  scappava dalla dittatura di Pinochet: una situazione inaccettabile che  se l’iniziativa UDC fosse accolta verrebbe invece legittimata.

Il testo dell’UDC propone inoltre che il diritto al ricongiungimento  famigliare possa essere limitato, una misura palesemente disumana: nelle ultime settimane si è parlato lungamente del giovane 17enne del Kosovo  Arlind Lokaj, a cui è stata intimata l’espulsione dalla Svizzera  dividendolo dalla madre. Questa storia ci dovrebbe far tutti riflettere  prima di votare un ulteriore irrigidimento della legge.

Oltre a ciò il numero di operai immigrati deve essere stabilito in base “agli interessi globali dell’economia svizzera” (cioè in base agli interessi  di classe del padronato), il che peraltro è in contraddizione con la  priorità che l’UDC vorrebbe dare ai cittadini svizzeri… gli imprenditori hanno più volte dimostrato di preferire i frontalieri per poterli  sottopagare generando dumping. Questa richiesta non rispetta la dignità  dei lavoratori e delle loro famiglie, particolarmente sotto ricatto e  privi di reale protezione sindacale.

Mai quanto oggi, insomma, vale la famosa frase di Max Frisch: “abbiamo  chiesto braccia, sono arrivati uomini”, il cui senso possiamo declinare  concretamente rifiutando l’iniziativa xenofoba “contro l’immigrazione di massa” in votazione il prossimo 9 febbraio.

Massimiliano Ay