Nella nostra Città la situazione è sotto controllo?


 INTERROGAZIONE

Onorevole signor Sindaco,

Onorevoli signore e signori Municipali,

Un articolo pubblicato oggi sul portale liberatv.ch ha attirato la nostra attenzione. Esso rivela  dell’esistenza di una realtà molto triste a Chiasso; l’articolo segnala infatti che nella cittadina di confine vi sarebbe un palazzo prevalentemente abitato da persone in assistenza e da rifugiati e che questo si troverebbe in condizioni indecenti, ma ciò che desta scalpore è soprattutto il rapporto qualità-prezzo dei singoli appartamenti. Infatti, parrebbe che gli affitti praticati dal proprietario siano manifestamente sproporzionati alle condizioni dello stabile.

Non è dato a sapere se si tratta di un caso isolato o se vi sono più casi simili, ma sicuramente non si può negare che la questione sia delicata e di interesse pubblico, soprattutto se si considera il fatto che lo Stato eroga molti finanziamenti per richiedenti l’asilo e persone a beneficio dell’assistenza e che, in quest’ultimo caso, i Comuni sono chiamati a contribuire nella misura del 25% ai costi dell’assistenza. I contributi erogati dall’ente pubblico si basano su tariffe fisse.

L’articolo (citiamo)  rileva bene quanto segue “Da quando sono stati chiusi i centri della Croce Rossa (ne sono rimasti solo due), il Cantone ha dovuto sistemare i rifugiati in appartamenti. Così, da parte di certi immobiliaristi con pochi scrupoli, è scoppiata la febbre dell’asilante: perché quelli sono affitti sicuri (paga lo Stato) e i rifugiati non hanno tanto da fare gli schizzinosi.

Attualmente il Cantone (che preleva i soldi da un fondo federale, ma deve badare a non superare il forfait garantito annualmente da Berna) paga gli affitti in base al numero di persone che occupano l’appartamento e in base ai locali di quest’ultimo, fino a un massimo di 1’700 franchi al mese per un cinque locali e mezzo.

Stesso discorso per l’assistenza, se non che in questo caso a pagare sono i Comuni (attualmente in ragione del 25%, da quest’anno la quota dovrebbe salire al 30%) e il Cantone.

I proprietari di appartamenti ottengono dai servizi assistenziali affitti pari a un massimo 1’100 franchi al mese per una persona sola e 1’250 per due persone”.

La situazione obbliga a riflettere, poiché anche se sicuramente non è il caso di generalizzare ma è necessario tenere una linea di controllo stretto. Vi sono molte persone che affittano immobili a rifugiati o a persone a beneficio dell’assistenza a prezzi onesti. Ma la situazione richiede un occhio di riguardo: è necessario chiedersi quali controlli vengano effettuatati in questo delicato settore per contenere la speculazione. L’erogazione di sussidi per gli appartamenti dati in locazione ad asilanti o a persone in assistenza non può essere un automatismo. Si devono effettuare dei controlli sugli stabili in  modo da considerare anche gli aspetti particolari (ubicazione, condizioni, manutenzione dello stabile, ecc).

Infatti, una prassi priva di controlli si presta a favorire speculazioni finanziarie da parte di chi cerca di aumentare al massimo la redditività dei propri immobili, contando sul fatto che l’ente pubblico si basa su tariffe fisse. Il problema è che qui ci sono in gioco soldi dei contribuenti.

E non solo: c’è in gioco anche la dignità di cittadini che già vivono una situazione di precarietà e che non meritano di essere oggetto di speculazioni economiche.

Per questo motivo, alla luce di quanto emerso a Chiasso, sicuri del fatto che il tema merita attenzione ed essendo Lugano la città ticinese con la più alta concentrazione di persone in assistenza, chiediamo al lodevole Municipio:

1. L’articolo riguarda il Comune di Chiasso. La situazione degli immobili ed appartamenti dati in locazione ad asilanti e a persone in assistenza a Lugano è sotto controllo?

2. Quanti sono a Lugano gli appartamenti affittati a persone beneficiarie di assistenza sociale o asilanti?

3. Il Comune, che contribuisce con una rilevante quota al finanziamento dei cittadini in assistenza (per i quali l’affitto è sicuramente una voce di spesa fissa importante) verifica che le pigioni siano conformi ai prezzi di mercato, nonché allo stato degli appartamenti? 

4. Quali servizi comunali si occupano eventualmente di queste verifiche? Quale è il ruolo del Cantone?

5. Vi sono casi negli ultimi anni segnalazioni di casi di affitti manifestamente sproporzionati rispetto allo standard dell’appartamento? Come ci si comporta in questi casi?

Ringraziandovi sin d’ora per le gradite risposte che vorrete dare alle nostre domande, vi porgiamo l’espressione della nostra massima stima.

I consiglieri comunali per la Lega dei ticinesi:

Amanda Rückert

Lukas Bernasconi, Stefano Gilardi, Flavio Pesciallo, Enea Petrini,  Andrea Sanvido