Ares Bernasconi è un giovane e combattivo avvocato “azzurro”. L’abbiamo già intervistato su una vicenda che riguardava la parrocchia di san Nicolao. Oggi è la volta dell’iniziativa UDC “Stop all’immigrazione di massa!” Leggendo le risposte di Ares ci rende subito conto di una cosa: lui la vede come una difesa contro l’Europa, contro questa Europa, burocratica, bancarottiera, arrogante e ricattatrice. Ciò è significativo e anche plausibile. Bisogna però osservare che il testo dell’iniziativa, preso alla lettera, dice “solo” che la Svizzera deve riacquistare il controllo sull’immigrazione entro le sue frontiere.

Un’intervista del professor Francesco De Maria.


Francesco De Maria   Che cosa rischia un pipidino che vota apertamente per l’iniziativa UDC ?

Ares Bernasconi   Pecca forse di troppo Amor Patrio.

Il PPD non avrebbe potuto lasciare libertà di voto?

AB   Difficile dirlo, ma la libertà di voto è spesso ritenuta a ragione come un chiamarsi fuori. Il PPD ticinese avrebbe forse potuto sostenere il sì (il risultato è stato: 61 contrari, 25 favorevoli e 12 astenuti). Penso poi che nella base i rapporti di forza per il sì siano più solidi, rispetto al risultato in Comitato cantonale.

Lei vota sì, me l’ha confessato (proprio come un docente di matematica trasformatosi in opinionista, e tanti, tanti altri). Dunque lei è “razzista, xenofobo e seguace dell’apartheid” come si evince chiaramente da una presa di posizione, abbastanza esagitata, firmata da Saverio Lurati per l’Unione Sindacale. Non si sente in colpa?

AB   Essere critico contro un’Europa centralista, lontana dal cittadino, antidemocratica e burocratizzata all’eccesso, significa essere razzista o xenofobo? Probabilmente è una questione di termini. Non ho alcun senso di colpa, mi sentirei a disagio a fare l’inverso. Anzi, l’Unione europea nelle poche votazioni popolari negli Stati nazionali (non in Svizzera) ha sistematicamente perso quasi sempre. Quindi tutta l’Europa è razzista?

Ho sempre deplorato la scorrettezza di certi avversari politici e di certi media. Io voglio, unitamente ai miei concittadini, essere padrone in casa mia. Avere le mie leggi e non leggi e giudici stranieri. Come me, per fortuna, tanti altri. E allora il solito coro intona la litania del razzismo e della xenofobia. È ingiusto e troppo facile. Che cosa possiamo rispondere?

AB   Non credo sia scorrettezza, ma bisogna a un dato momento vedere i problemi concreti, che ci sono, e smetterla con le ideologie e i massimi sistemi, che alla fin fine lasciano il tempo che trovano. Altrimenti si continua solo a parlare e basta, ma non si produce nulla.

Savoia, Celio, Jermini, Dadò. Che cosa le suggeriscono questi nomi?

AB   Mi suggeriscono, pur nella loro diversità di vedute, un malessere verso l’Unione Europea, che sento pure mio.

Lei ha ascoltato/letto il discorso di Capodanno di Burkhalter? Che effetto le ha fatto?

AB   L’ho letto, Burkhalter ha una visione eccessivamente positiva dell’Unione europea. A volte sembra distante dalla realtà, per lo meno da quelle di frontiera.

L’abbiamo sentito mille volte: l’iniziativa UDC è la soluzione sbagliata di un problema reale. Se è così, noi vorremmo naturalmente conoscere la soluzione giusta

AB   Vorrei conoscerla anch’io. Se ci fosse stata, il Parlamento avrebbe adottato un controprogetto. Probabilmente è invece il sistema dell’iniziativa UDC il solo modo efficace a tutela delle economie di frontiera come il Ticino. È la sola forma per il Popolo per smuovere finalmente qualcosa.

Se l’iniziativa sul piano federale passasse (ciò che quasi tutti giudicano improbabile) che cosa potrebbe farci l’Unione Europea?

AB   Credo che bisogna essere realisti: scatenare una guerra? Embargo alla stregua di certe dittature? Verosimilmente c’è un certo nervosismo a Bruxelles perché il malessere svizzero è il medesimo presente in forma ancora più accentuata all’interno dell’Unione europea e si teme un effetto a catena… L’Unione Europea ha tutto il suo interesse a mantenere relazioni diplomatiche ed economiche con la Svizzera.

Questo calvario – immigrazione selvaggia, criminalità d’importazione, ricatti americani ed europei, gravi minacce alla nostra indipendenza – è forse il prezzo amaro che la Svizzera deve pagare per tanti anni “troppo” fortunati?

AB   Direi che è quello che vogliono fare pagare alla Svizzera per la crisi economica in atto in Europa. Le risorse mancano e allora si cercano, con metodi anche poco corretti, da coloro che ancora dispongono di un certo potenziale.

La “soluzione sindacale” ai guai ticinesi la conosciamo a menadito: contratti collettivi, salario minimo a 4000, ispezioni a tappeto, ecc. Sono dei poveri ciechi coloro i quali, pur avendola sotto il naso, non la vogliono?

AB   È una soluzione legittima, ma che porta in definitiva a una statalizzazione dell’economia. In questi anni si è visto come il più Stato comporta più costi. Sono semplicemente due visioni delle cose.

Io immagino la Svizzera come uno stato “pietoso”, che soccorre i suoi cittadini più deboli. Eppure in questi anni amari molte persone, a voce sempre più alta, esprimono sofferenza…

AB   Se è vero che in Svizzera tutti hanno un’abitazione e di che sfamarsi, è anche vero che le spese sono sempre più elevate: imposte, casse malati, elettricità, generi alimentari. Inoltre i residenti (svizzeri e non) faticano sempre di più a trovare lavoro. Si direbbe che i bilaterali abbiano portato forza lavoro, ma pochi vantaggi misurabili per i cittadini residenti, coloro che alla fine “fanno girare” l’economia locale con i propri consumi.

Per finire, lei sarebbe disposto a scendere in piazza per l’iniziativa?

AB   Per l’iniziativa ormai si vota fra pochi giorni. Scenderei in piazza contro questa forma di Europa.