Dal suo intervento in Gran Consiglio del 27 gennaio.

“Non è una questione di finanze, di equilibrio, di case piene e vuote. È una questione di libertà. Vi faccio un esempio per spiegare cosa stiamo per approvare in questo giorno storico e drammatico. Novanta persone, noi del Gran Consiglio, vanno al ristorante, dove cinque grandi chef, i Consiglieri di Stato, preparano un menù. Alla fine arriva il conto e i novanta si accorgono che non hanno soldi sufficienti per pagare. Oggi la soluzione che viene proposta è quello di incaricare la polizia di andare a casa dei cittadini a reperire i fondi per pagare il conto. Questo viene fatto per evitare che i novanta, per pagare quanto dovuto, facciano le pulizie o lavino i piatti. Perché è in gioco la libertà? Perché si passa da uno stato autorevole a uno stato autoritario. Passiamo da un fisco equo a una decima feudale. Leggi di disciplina come queste hanno fatto disastri dagli Stati Uniti agli Urali. Non servono rigidità in questo momento, neppure sulla spesa”.

(fdm) All’amico Sergio, che intrepido sventola la bandiera liberale, mi permetto di far osservare che il potere di un politico risiede soprattutto nella quantità di soldi non suoi che è in grado di spendere. Questo non vale solo per i socialisti ma (ad esempio) per i liberali radicali (eccetera)… …

(fonte: liberaTV di Marco Bazzi)