La giustizia egiziana intende processare 20 giornalisti del canale satellitare del Qatar Al Jazeera. Per 16 di loro, tutti egiziani, l’accusa è di appartenere a un’organizzazione terroristica e di aver causato un pericolo per l’unità nazionale e la pace sociale.

I quattro stranieri, due britannici, un australiano e un olandese, dovranno rispondere di collaborazione con i colleghi egiziani. Avrebbero fornito loro soldi, equipaggiamento e informazioni.
Sui 20 accusati solo otto – fra cui l’australiano Peter Greste, si trovano già in carcere; gli altri sono ricercati.

Fra le accuse vi è quella di legami con i Fratelli musulmani, che le autorità egiziane considerano pericolosi terroristi.

Dopo la destituzione del presidente Mohamed Morsi a opera dell’esercito, lo scorso 3 luglio, le nuove autorità si sono lanciate in una sanguinosa repressione contro i membri dei Fratelli musulmani.
Il nuovo governo del Cairo non ha apprezzato la maniera in cui Al Jazeera ha coperto gli eventi e ha accusato il canale televisivo di aver preso le parti dei Fratelli musulmani.

Dichiarandoli “terroristi”, il governo ha di fatto piazzato centinaia di migliaia di membri della confraternita sotto gli articoli del codice penale che prevedono la pena di morte per i suoi dirigenti e cinque anni di carcere per chiunque partecipi alle loro manifestazioni.