Scomparso a New York domenica 2 febbraio all’età di 46 anni a seguito di un’overdose, Philip Seymour Hoffman aveva avuto diversi primi ruoli ma aveva anche brillato in ruoli paradossali : essere un secondo ruolo di primo piano, interpretando magistralmente la frustrazione di coloro che non saranno mai in primo piano.

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Philip Seymour Hoffman era uno dei più brillanti e singolare attori della sua generazione. Dietro di sè lascia un’impressionante filmografia.

Aveva iniziato nel teatro e aveva fatto il suo debutto sul grande schermo nel 1991 con il film “Triple Bogey on a Par Five Hole”, poi aveva ottenuto un ruolo di maggior rilievo l’anno seguente con “My New Gun”.
Il vero successo era giunto con il suo ruolo di Truman Capote nel film omonimo, che nel 2006 gli era valso l’Oscar di miglior attore protagonista.

Philip Seymour Hoffman era l’attore dello strano, del bizzarro. Raramente i suoi personaggi si facevano amare.
Era anche l’uomo dei secondi ruoli e interpretava la frustrazione di coloro che non saranno mai in primo piano o che si guardano bene dall’esserlo, come il sarcastico Lester Bangs di “Almost famous”, del 2000.
Sono stati i ruoli di Brandt in “Big Lebowski”, Phil Parma in “Magnolia”, Freddy Louds in “Red Dragon” o Jacob Elinsky in “25th hour”.
In “Charlie Wilson’s War” era Gust Avrakotos, agente della CIA incaricato del sostegno ai resistenti afghani, senza potere, appoggio e finanziamenti. E’ stato anche Art Howe in “Moneyball”, che si faceva sempre fregare dall’abile Billy Beane, interpretato da Brad Pitt.

Seymour Hoffman era l’emarginato sublime, perchè occupava molti secondi ruoli e perchè i suoi ruoli erano spesso quelli di personaggi emarginati. Emarginati troppo gentili o troppo cattivi, come in “Mission: Impossible 3”, “Red Dragon” o uno degli ultimi film, “The Master”, dove era il guru di una setta e non si capiva bene se fosse un manipolatore o se venisse manipolato.

Philip Seymour Hoffman era l’antitesi di Hollywood, dei George Clooney su carta patinata. Indubbiamente non sarebbe stato capace di tenere una tazzina di Nespresso con altrettanto finto piacere. Ma era riuscito a fare quello che molti altri attori del suo calibro non avevano fatto : diventare un secondo ruolo di primo piano.

(Fonte : Slate.fr)