Oggi il premier Enrico Letta sale al Colle per rassegnare le dimissioni del suo governo nelle mani del presidente Napolitano, il quale conferirà a Matteo Renzi, sindaco di Firenze e segretario del PD, l’incarico di costituire un nuovo esecutivo.

Una brusca svolta è stata imposta agli avvenimenti politici dal voto della Direzione nazionale del Partito Democratico, la quale – con una inequivocabile maggioranza di 136 sì, 16 no e 2 astenuti, che ha messo a nudo in modo impietoso la debolezza di Letta – ha approvato una risoluzione che parla esplicitamente  di un nuovo governo affidato agli organi dirigenti usciti dal congresso, ovvero allo stesso Renzi. Quest’ultimo, via twitter, incomincia a raccontare come vorrebbe l’Italia: “Un Paese semplice e coraggioso, proviamoci”. “Usciamo dalla palude!” ha dichiarato***.

IL DOCUMENTO DELLA DIREZIONE

La Direzione del Partito Democratico, esaminata la situazione politica e i recenti sviluppi, ringrazia il Presidente del Consiglio Enrico Letta (!) per il notevole lavoro svolto alla guida del governo – esecutivo di servizio, nato in un momento delicato dal punto di vista politico, economico e sociale – e per il significativo apporto dato, in particolar modo per il raggiungimento degli obiettivi europei;

assume il documento Impegno Italia come contributo per affrontare i problemi del Paese; rileva la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova, con un nuovo esecutivo che abbia la forza politica per affrontare i problemi del Paese con un orizzonte di legislatura, da condividere con la attuale coalizione di governo e con un programma aperto alle istanze rappresentate dalle forze sociali ed economiche;

invita gli organismi dirigenti, legittimati dal Congresso appena svolto, ad assumersi tutte le responsabilità di fronte alla situazione che si è determinata per consentire all’Italia di affrontare la crisi istituzionale, sociale ed economica, portando a compimento il cammino delle riforme avviato con la nuova legge elettorale e le proposte di riforma costituzionale riguardanti il Titolo V e la trasformazione del Senato della Repubblica e mettendo in campo un programma di profonde riforme economiche e sociali necessarie alla promozione di sviluppo, crescita e lavoro per il nostro Paese.

*** Belle parole che suscitano l’approvazione, anzi l’entusiasmo di qualsiasi laureato in Scienze della comunicazione. Ma…