L’ha detto lui!

Discutevo, prima del fatale 9, con una signora che conosco bene e alla quale mi lega una lunga amicizia. “Tu voterai sì? Hai riflettuto bene?”
“A fondo. Per più di 20 nanosecondi”.
“Sbagli. È sbagliato. Ho sentito il Fulvio che lo spiegava chiaramente”.
“Ah bè, in questo caso…”
“L’ha dimostrato, davvero. Mi ha convinta. Avrebbe convinto anche te”.
“Per fortuna non mi è capitato di sentirlo, così mi sono salvato. Col tuo permesso, andrò al seggio e sbaglierò”.

Una fede così incondizionata e indefettibile dev’essere merce rara tra Pedrinate e la Nufenen (visti i risultati). Non azzardatevi a pensare che io abbia qualcosa contro Pelli. Lo giudico un’ottima persona, sempre gentile, apparteniamo allo stesso club (nel quale suo padre era stato un alto dignitario). Ma, naturalmente, ci sono delle cose che mi disturbano in lui. Ad esempio quando si arrabbia. Quando lo scrive su Opinione liberale. “Sono deluso, sono preoccupato e anche arrabbiato. Il popolo svizzero ha adottato…” Fin qui va bene, ci sentiamo rassicurati, è proprio il Pelli che conosciamo.

“E ha rimesso in forse un rapporto complesso ma efficace con i paesi dell’Unione Europea…” Alla faccia! Ci ricattano, ci minacciano un giorno sì e l’altro pure, puntano allo scardinamento della nostra piazza finanziaria.
Questo rapporto mi sembra estremamente complesso…

“La mia delusione è anche personale, non solo politica. E si trasforma in rabbia (e dài, ndR). Oramai conosco come vanno le cose, ma non posso accettare (ma devi! ndR) che la popolazione continui ad ascoltare sempre e solo…” Amico, ti sei mai domandato perché non ascoltano te?

“Ha scelto (la Svizzera) l’instabilità. Non condivido questa scelta e vedo nero***. Ma naturalmente spero di sbagliarmi”. Finis. Io invece, Fulvio caro, vedo nero per il tuo partito, se non lascerà che i suoi uomini  – che appunto sono uomini e non birilli della Kegelbahn – si esprimano liberamente.

*** Sembra che Pelli, forse inconsciamente?, rievochi il celebre “dimanche noir” di Delamuraz.



Primo intermezzo
Siparietto dalla crociata contro gli Albigesi

Siamo di fronte a Béziers, in Linguadoca, città assediata, orrendamente ammorbata dall’eresia càtara. L’esercito crociato la stringe da presso e il fortilizio sta per cadere. Il condottiero Simone di Monfort s’inginocchia davanti ad Arnaldo di Cîteaux, il legato del Papa.

“Padre santo, quando saremo nella città, come potremo distinguere un buon cristiano da un eretico perverso?” Arnaldo di Cîteaux leva gli occhi al Cielo, s’illumina in viso e dice con voce ispirata:

“Voi, ammazzateli tutti. Iddio riconoscerà i suoi!”


A pagina 27

A pagina 27 (questo numero intero è uno dei miei preferiti, tra i piccoli, poiché è un cubo perfetto) dell’odierno Mattino della Domenica appare l’intervista che ho fatto a Giovanni Maria Staffieri, esponente della vecchia UDC agraria e tuttora membro del partito. Nel suo dire Giovanni Maria afferma, sostanzialmente, che la linea di “rottura” con la Lega (dovuta alla nera ingratitudine di via Monte Boglia per l’aiuto democentrista in circostanze cruciali) sbandierata da qualche tempo dalla dirigenza UDC è sbagliata e impraticabile.

È in fondo anche la mia opinione. Certo, talvolta la stizza monta e la fa da padrone. Le ambizioni (non le condanno) sono tante e i voti sono pochi. Per colpa di chi? Della Lega. Qual è il conteggio prediletto di un UDC dalle inclinazioni matematiche? Calcolare il percento che il partito raggiungerebbe… se non ci fosse la Lega. I calcoli in mate si fanno con le formule. Ed io ho cercato una formula adatta nei 547 libri di matematica che affollano la mia biblioteca. Non l’ho trovata (forse non ho cercato bene). Ammetto comunque che sarebbero parecchi voti in più.

Che la Pinoja-Chiesa-rottura sia una linea “innaturale” e poco sostenibile lo si è visto in modo eclatante domenica 9 febbraio. In quelle ore febbrili, che differenza c’era tra Lugano Monte Boglia e Losone? Nessuna.

La Lega è un falco e i falchi “non fanno a metà con nessuno” – come scrive Hemingway in Festa mobile parlando della bellissima Zelda, moglie dello scrittore Scott Fitzgerald. Si rassegnino, per il momento, e si godano una grande vittoria, che è anche e soprattutto la loro.

PS. Mi verrebbe da scrivere “una vittoria per il mio Paese”, ma ho troppa paura di Pelli, e allora rinuncio.


Consigliata dall’Avvocato

Non si tratta di Agnelli. L’Avvocato, parecchi anni fa, con poche parole scritte su un elegante biglietto da visita, mi consigliò di abbonarmi alla Weltwoche. Ed io fui tanto accorto da seguire il suo consiglio.  È una rivista eccellente, di alto stile e alto livello (odiatissima dalla sinistra, ciò che non guasta).

Scrive Köppel: “Non si tratta, primariamente, di immigrazione, ma di sovranità“. Parole sante!


La più diabolica delle tattiche

Consiste nel far credere al vostro avversario… CHE HA GIÀ PERSO. Se funziona, egli rinuncerà a battersi e voi avrete vinto… senza sparare un colpo.