“… ha perso l’Ucraina!”

Il politologo Andrej Nikiforov (che si trova in Crimea) rilascia a Ticinolive questa intensa intervista, da un paese che brucia e nel quale i colpi di scena si succedono a ritmo frenetico.

Un’intervista del professor Francesco De Maria.  NOTA. La Redazione ringrazia di cuore la signora T., residente a Lugano, per il suo preziosissimo aiuto.

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Francesco De Maria   Il grave conflitto che dilania l’Ucraina ha principalmente carattere etnico? O piuttosto ideologico?

Andrej Nikiforov  Non è né etnico, né ideologico. Benché entrambi gli elementi siano presenti. È un conflitto di civiltà, e proprio per questo i protagonisti esterni vengono aspirati come in un vortice. Il vecchio Hantington affermava che la frontiera tra le civiltà cristiane dell’Ovest e dell’Est passa attraverso il territorio dell’Ucraina, lungo il Dnepr. Il conflitto di civilità emerge attraverso tutte le sovrapposizioni di natura ideologica, economica e altra. E adesso che il regime di Yanukovich è caduto, questo aspetto conflittuale si evidenzia ancor più.

Con quali mezzi e con quale intensità sono intervenute nel conflitto ucraino le seguenti potenze?  A) Unione Europea  B) Stati Uniti d’America  C) Russia

AN   Ognuna delle parti citate è coinvolta secondo le proprie possibilità e i propri mezzi, laddove gli strumenti dell’Occidente hanno dimostrato di essere più efficienti e più sofisticati. Durante due decenni i numerosi fondi d’aiuto occidentali e le organizzazioni non governative finanziate dall’Occidente hanno fatto crescere una forte lobby pro-occidentale. Quasi tutto il corpo giornalistico, in un modo o nell’altro, mangia dalle mani dell’Occidente. I politici ucraini, indipendentemente dal partito di appartenenza, e tutti gli oligarchi, a prescindere dalla provenienza dei loro guadagni, comprano immobili, depositano i loro profitti, fanno studiare i figli e si curano in Occidente. Tutto questo ha fatto in modo che il conflitto si svolgesse secondo le «regole» dettate dall’Occidente a entrambe le parti. Ed è proprio l’Occidente che ha nominato tanto il vincitore, quanto il colpevole dell’accaduto. D’altro canto, la Russia non dispone di leve comparabili per influenzare la situazione in Ucraina. Il suo aiuto, di carattere culturale e umanistico, non regge il confronto con l’influsso occidentale. Il Cremlino si è limitato al solo aiuto economico a Yanukovich, che è giunto – sembra – tardivo. La diplomazia russa si è comportata molto stancamente in confronto allo stile dei politici occidentali. Questa situazione era accettata dal Ministero degli esteri  dell’Ucraina, proprio quello che è stato formato da Yanukovich e che doveva servirlo. Mentre i diplomatici dell’UE non esitavano ad intromettersi, impuniti, nell’affari interni dell’Ucraina, il consigliere dell’ambasciata Russa in Ucraina A. Vorobiov si vedeva costretto a scusarsi con il Ministero degli esteri dell’Ucraina, in quanto durante una conferenza egli aveva dichiarato che tutte le regioni dell’Ucraina sono molto diverse tra di loro e che le persone che ci vivono pensano e si comportano diversamente.

Yanukovich è stato destituito ed è in fuga. Dispone ancora di forze sufficienti per battersi?

AN   Da quel che si è capito, Yanukovich non può lottare. Ma non è tanto importante se ora egli abbia le forze o no. Quando aveva le forze per opporsi, lentamente ma sicuramente si avviava alla capitolazione. Egli ora è odiato nell’Occidente dell’Ucraina (nota del traduttore: zona prevalentemente ucrainofona), dove è considerato un dittatore sanguinario, soffocatore delle libertà, mentre lo detestano nel Sud-Est del paese (nota del traduttore: zona prevalentemente russofona) per aver tradito i suoi concittadini e per averli lasciati soli davanti a banditi, rivoltosi e neonazisti. Formalmente anche adesso avrebbe possibilità di lottare, poiché la sua destituzione dalla carica del presidente non è avvenuta in modo legittimo ma in violazione di tutti gli accordi che erano stati presi con l’opposizione, accordi conclusi tramite la mediazione dei diplomatici dell’UE. Ma se non ha usato il potere quando ancora l’aveva, perchè ci si dovrebbe aspettare che lo faccia adesso?

Il presidente ha commesso violazione dei diritti umani o crimini contro l’umanità?

AN   È una domanda difficile. Ho il sospetto che non avremo mai  una versione dei fatti oggettiva di quanto è accaduto in questi tre mesi a Kiev e in alcune regioni del paese. Le valutazioni politiche le fanno sempre i vincitori. Per loro Yanukovich meriterebbe di essere messo davanti alla Corte di Norimberga. Nessuno dei vincitori ha intenzione di prendere in considerazione il fatto che il presidente fino all’ultimo momento si è trattenuto dall’uso dei mezzi forti contro i rivoltosi anche quando ne aveva il potere. Probabilmente Yanukovich meriterebbe piuttosto di essere giudicato per il fatto che, pur essendo il garante della Costituzione, egli non è riuscito a preservare nel paese legge e ordine, non ha provveduto alla sicurezza della popolazione civile, non ha evitato la caduta nel caos dell’Ucraina.

In questi ultimi giorni cruciali Putin (apparentemente) non si è mosso. Forse doveva aspettare che si chiudessero i Giochi. Adesso che cosa farà?

AN   Questa situazione mi sento di valutarla con questa frase: Putin ha vinto le Olimpiadi, ma ha perso l’Ucraina. Se noi siamo stati veramente sacrificati sull’altare delle Olimpiadi di Sochi, a noi questo sembra perlomeno strano. Per l’Occidente Putin è in ogni caso colpevole: se si intromettesse nella crisi ucraina, direbbero che dimostra le sue ambizioni imperialistiche; se non si intromettesse porterebbe la responsabilità di un’acuirsi della crisi. È difficile prevedere come si comporterà il Cremlino. In Ucraina la Russia ha tanti veri amici che si trovano in questo momento sotto una reale minaccia di discriminazione umanitaria (già in pieno corso), di discriminazione politica e di violenze fisiche, non esclusa l’uccisione. Però, lo ripeto: la Russia non possiede quei mezzi che usano l’UE e gli Stati Uniti per intromettersi negli affari interni dell’Ucraina. Se si troveranno altri mezzi, si vedrà.

Che cosa vuole esattamente l’Unione Europea dall’Ucraina?

AN   Sono convinto che l’Europa, o meglio l’UE, in questo caso esegua un ordine di Washington, al fine di impedire l’avvicinamento dell’Ucraina alla Federazione Russa. A questo compito accennava Hillary Clinton quando era segretaria di Stato. Ma anche altri rappresentanti degli Stati Uniti si permettono, ogni tanto, di parlare apertamente di questo tema.  In sostanza non penso che l’UE voglia dell’altro dall’Ucraina. In più, per l’UE ciò che succede in Ucraina (nel senso di uno spostamento verso Occidente) non è di suo vantaggio in quanto avvicinerebbe alla sua porta di casa uno stato politicamente instabile, in bilico sull’orlo della catastrofe umanitaria

Secondo lei a questo punto è più probabile una guerra civile o un compromesso?

AN   L’alternativa è un po’ diversa: ci sarà la guerra civile o il Sud-Est del paese capitolerà di fronte alle stesse forze che hanno preso il potere a Kiev? La probabilità della capitolazione è molto alta a causa del tradimento massiccio da parte della burocrazia locale. I cittadini del Sud-Est si sono trovati senza guida politica, senza quadri e quasi senza punti di riferimento. Nonostante ciò essi cercano di auto-organizzarsi. Se questi tentativi saranno soffocati dal nuovo potere, il malcontento non sparirà, ma diventerà sotterraneo e la lotta del Sud-Est continuerà. Alla fine, per imporre la sua volontà a tutto il paese, gli ucraini dell’Ovest hanno scelto Majdan al posto delle vie democratiche. Per cui il Sud-Est ha tutti i diritti organizzare la propria Majdan.

Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione permessa citando la fonte.