La Piramide del Sole, il più grande monumento del sito archeologico di Teotihuacan, in Messico, rischierebbe di collassare su sè stesso a causa della densità non omogenea del materiale con cui era stata costruita, fra il 100 e il 200 d.C.

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L’esterno della piramide è ricoperto da 3 milioni di tonnellate di roccia vulcanica, mentre l’interno è sorretto da terra compatta.

Dal 2010 al 2013 un’equipe di archeologi dell’Università nazionale autonoma del Messico guidata da Arturo Menchaca, ha studiato l’interno della struttura usando particelle subatomiche che attraversano gran parte dei materiali che incontrano, ma sono deviate da quelli particolarmente densi.
In origine le ricerche dovevano servire a capire se all’interno della Piramide del Sole si nascondesse una camera interna.

Non ne è stata trovata alcuna, ma le analisi hanno rivelato che la densità della terra all’interno della piramide è inferiore del 20% sul lato sud. Forse perché qui il materiale di supporto si è asciugato più velocemente che altrove.

Menchaca paragona la struttura a un castello di sabbia: “Posso usare sabbia bagnata per costruirne uno, ma se lo lascio al sole e poi lo tocco quando è asciutto, si sbriciola. Questo non significa che la piramide crollerà domani. Ma è a rischio, se non si interviene prontamente.”

Alejandro Sarabia, direttore del sito archeologico di Teotihuacan, ritiene che il problema sia un altro: “Alcuni decenni fa, è stato aggiunto cemento tra le pietre della copertura esterna, per aggiungere stabilità e scoraggiare la crescita della vegetazione. Questo ha impedito l’evaporazione dell’umidità creata dall’acqua che filtra attraverso le fessure.”

(Fonte : Focus.it)