A piu’ di 30 ore dalla misteriosa scomparsa del volo Malaysia Airlines MH370, la vicenda assume contorni sempre più oscuri. Con quattro passeggeri che si erano imbarcati sotto falso nome, due scie di carburante in mare e una possibilità reale di inversione della rotta poco prima di perdere i contatti con la torre di controllo, le autorità della Malaysia considerano apertamente l’ipotesi terroristica.

La compagnia aerea ha ammesso di temere il peggio per le 239 persone a bordo. A oltre 30 ore dalla misteriosa scomparsa del volo Kuala Lumpur-Pechino, una task force multinazionale composta da navi e aerei non è ancora riuscita a individuare alcun resto del Boeing 777-200, né a identificare il suo segnale.
L’iniziale area delle ricerche – circa a metà strada tra la Malaysia e il Vietnam – è stata allargata, specie da quando l’aeronautica malaysiana ha ammesso di aver rilevato una possibile inversione di rotta del velivolo sui propri radar. L’aereo è sparito senza lanciare nessun segnale di allerta.

Emergono nuovi dettagli sui due passeggeri che hanno viaggiato con passaporti rubati. Secondo quanto riferito dal quotidiano britannico The Guardian, entrambi hanno acquistato i biglietti, che avevano numeri consecutivi, in moneta thailandese giovedì 6 marzo, il giorno prima della partenza del volo da Kuala Lumpur per Pechino.
I due sospetti erano privi di un visto per la Cina e, dopo la tappa a Pechino, avrebbero dovuto aspettare dieci ore in aeroporto per prendere un volo diretto ad Amsterdam. A quel punto, uno aveva una coincidenza per Francoforte e l’altro per Copenaghen.

Oltre all’italiano Luigi Maraldi e a un austriaco, la cui erronea presenza sull’elenco dei passeggeri era già stata appurata ieri, Kuala Lumpur ha ammesso oggi di stare indagando su altre due identità sospette, tutte collegate a biglietti comprati tramite la China Southern Airlines.

Le autorità malaysiane stanno sondando la pista terroristica in collaborazione con l’FBI, anche se al momento non hanno trovato alcun elemento di collegamento certo.

(Fonte : La Stampa.it)