#la svolta buona. Fan di Twitter, mercoledì 12 marzo il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha affidato ai cinguettii del social network la gioia di aver già trovato l’hashtag del piano di rilancio dell’economia italiana e delle riforme annunciate.

In una formulazione destinata ai posteri, il nuovo capo del governo italiano ha promesso “10 miliardi di euro per 10 milioni di italiani” sottoforma di una riduzione delle imposte.
Per finanziare le sue misure, Renzi ha assicurato di aver trovato più soldi di quanti ne ha bisogno per il momento : “Il finanziamento è assicurato senza alcun aumento delle tasse – ha ripetuto diverse volte per convincere gli scettici.

I salariati soggetti all’imposta alla fonte e che guadagnano meno di 25’000 euro netti l’anno potranno sperare in un aumento di salario massimo di 1’000 euro netti all’anno.

L’imposta sulle attività produttive (Irap) diminuirà del 10% per le piccole e le medie industrie, le quali beneficeranno anche di un ristorno del 10% sulle bollette dell’energia.

Renzi ha anche impegnato lo Stato a pagare alle imprese le fatture ancora dovute, circa 60 miliardi di euro.

Tutte queste misure entreranno in vigore entro la fine di maggio.

Il capo del governo si è anche impegnato a condurre un piano di rinnovamento delle scuole per 3.5 miliardi di euro.
A questi si aggiungono 1.5 miliardi per la protezione del territorio nelle zone a rischio sismico e di inondazioni.

Un fondo di 1.7 miliardi di euro finanzierà sia gli studi dei giovani da 18 a 29 anni, sia la ricerca di un impiego nei quattro mesi successivi al diploma.

7 miliardi di euro dovrebbero arrivare dal taglio del tenore di vita dello Stato, un filone che era stato stimato a 32 miliardi di euro su tre anni dal governo precedente.

Matteo Renzi ha anche reso noto il progetto di riforma costituzionale sulla soppressione del Senato nella sua forma attuale e sulla fine del bicamerismo perfetto che caratterizza – e appesantisce – l’Italia.
“Saranno 315 salari in meno – ha precisato rivolgendosi ai suoi concittadini, disgustati dai privilegi di cui godono i deputati italiani.

6.4 miliardi di euro proverranno dall’aumento del deficit pubblico.

Il governo valuta anche a 2.4 miliardi il calo dei tassi di prestito del debito italiano sui mercati, grazie al lavoro dei governi di Mario Monti e di Enrico Letta.

Infine, 6 miliardi di euro sono attesi dall’IVA percepita sul pagamento dei 60 miliardi di fatture che lo Stato non ha ancora pagato alle imprese.

L’aiuto alle piccole e medie industrie sarà finanziato da un aumento della tassa sulle rendite finanziarie, ad eccezione dei buoni del Tesoro, che passerà dal 20% al 26%.

Agli occhi della Commissione europea, l’Italia confrontata a un forte tasso d’indebitamento pubblico e a una mancanza di competitività, dovrebbe raggiungere il plotone dei paesi con problemi macroeconomici, con la Slovenia e la Croazia.
In questa categoria l’Italia sostituisce la Spagna, che conferma il raddrizzamento positivo della sua economia. Madrid rimane in disequilibrio, ma questo non è giudicato eccessivo.

(Fonte : Le Monde.fr)