A tre giorni dal referendum in Crimea sull’annessione della penisola autonoma alla Russia, il presidente americano Barack Obama ha messo in guardia Vladimir Putin sulla situazione in Ucraina e ha dichiarato che gli Stati Uniti respingono completamente i progetti del referendum.

Ricevendo alla Casa Bianca il ministro ucraino Arseni Iatseniou, Obama ha ripetuto che l’intervento russo in Crimea viola il diritto internazionale e che Washington sostiene l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Dal canto suo Arseni Iatseniouk ha assicurato che il governo di Kiev non si arrenderà mai alla prepotenza russa.

Ricordando che Washington non riconoscerà mai l’adesione della Crimea alla Russia, Obama ha detto di sperare che, a seguito degli sforzi diplomatici condotti dai diplomatici occidentali, si vorrà riflettere sul processo che è stato presentato in Crimea.

Anche il presidente francese François Hollande ha messo in guardia Vladimir Putin che un’annessione della provincia ucraina alla Russia sarebbe inaccettabile.
Hollande ha sottolineato che c’è ancora tempo per evitare un’escalation inutile e pericolosa e ha insistito sul fatto che il referendum previsto in Crimea il 16 marzo non ha alcuna base legale.

In un comunicato congiunto, i dirigenti dei paesi che compongono il G7 (Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone e Gran Bretagna) hanno dichiarato che il referendum in Crimea è una violazione della Costituzione dell’Ucraina e non ha alcun valore giuridico. Hanno inoltre chiesto alla Russia di mettere fine immediatamente alle sue azioni a sostegno di questo referendum.

Mercoledì 12 marzo il Segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato che incontrerà venerdì a Londra il suo omologo russo Sergueï Lavrov, per parlare nuovamente di un piano di uscita dalla crisi in Ucraina. Si tratta del loro quarto incontro in una settimana.

Alexeï Pouchkov, presidente della Commissione degli affari esteri presso il Parlamento russo, ha dichiarato mercoledì che qualsiasi sanzione europea che porterà a restrizioni sui visti per i parlamentari russi, avrà come conseguenza misure simili nei confronti dell’Unione europea.

Se venissero applicate, le sanzioni europee potrebbero condurre a un “gelo senza precedenti” dei contatti politici, ha assicurato il presidente russo Putin : “Sarà peggio degli anni della Guerra fredda – ha detto – Il mondo non si riduce ai 28 Stati dell’Unione europea.”
Putin ha chiesto ai dirigenti europei di far prova di sobrietà e di razionalità.