Se c’è una cosa che fa inorridire gli investitori, è la confusione. Ora, gli ultimi annunci della Federal Reserve, mercoledì 19 marzo, e le dichiarazioni della sua presidente Janet Yellen lo stesso giorno non hanno brillato per chiarezza.

Giovedì le Borse di Londra (-0,40 %), Francoforte (-0,66 %) e Parigi (-0,76 %) hanno aperto in ribasso, mentre quella di Tokyo è scesa di 1,65 % alla chiusura mercoledì sera.

Il motivo ? Mercoledì l’istituto ha annunciato una nuova riduzione dei suoi acquisti di attivi, da 65 a 55 miliardi di dollari al mese.

Dapprima la Federal Reserve ha rivisto le sue previsioni di crescita al ribasso. A suo dire, il Pil americano dovrebbe crescere da 2,8 % a 3 % su un anno nell’ultimo trimestre 2014, contro la precedente previsione di 2,8 % a 3,2 %.

Ciò malgrado, la Yellen ha fatto capire che i tassi direttori potrebbero salire prima del previsto, nell’aprile 2015, sei mesi dopo la fine dei suoi riacquisti di attivi.

Anche se come commenta Gero Jung, capo economista presso la francese Banque Mirabaud, si tratta “dell’inizio della normalizzazione della politica della Fed”, l’annuncio di un aumento dei tassi non rassicura i mercati.

Infine la Federal Reserve ha rinunciato al tasso massimo della disoccupazione del 6,5 % sul quale sinora si basava la sua “forward guidance”, la tecnica di comunicazione atta a influenzare le anticipazioni degli investitori.
D’ora in poi la banca centrale non deciderà un’eventuale risalita dei suoi tassi direttori in funzione della cifra della disoccupazione, ma si baserà sull’evoluzione globale dell’economia, senza precisare la natura degli indicatori.

La Fed ritrova un margine di manovra ma questo cambiamento avrà delle conseguenze.
Sinora il messaggio era chiaro : la Federal Reserve non aumenterà i tassi direttori sino a quando il tasso di disoccupazione resterà sopra il 6,5 %. In futuro la sua strategia sarà fondata su un apprezzamento qualitativo più vasto della ripresa.

“Le parole di Janet Yellen e dei membri del comitato di politica monetaria peseranno ancor più sui mercati, dovranno mostrare di essere molto attenti circa la loro comunicazione – spiega Julien Pinter, specialista della Federal Reserve presso il think tank BSI Economics.

Questo cambiamento di comunicazione potrebbe nuocere alla credibilità della Fed. Per restare pertinente, la forward guidance non dovrebbe cambiare troppo spesso, né sostanzialmente.
Più cambia e meno è credibile agli occhi degli investitori. La Fed non può più permettersi di fare errori.
Una nuova modifica del suo messaggio nelle prossime settimane renderebbe la sua parola molto meno efficace, per non dire confusa. Se la sua politica monetaria diventa meno leggibile, le conseguenze non si faranno attendere : i mercati saranno più volatili.

(Fonte : Le Monde.fr)