Così s’intitola la recente risposta-commento di un economista e trader italiano a una lettera di un suo lettore. Sembra una visione alquanto forte. Eppure poco a poco si accumulano sempre più opinioni critiche di questo genere nei confronti dell’euro. Senza andare a cercare chissà dove, ticinolive il giorno 6 febbraio 2014 riporta una dichiarazione di Henri Guaino, consigliere dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, che rivendica “il diritto di pensare che l’euro è stato un errore [e] che la sua gestione è stata disastrosa”.

Ma torniamo al nostro economista e trader. Nell’ultima parte della sua risposta-commento leggiamo: “… poiché da trader di borsa, sono abituato a parlare con dati alla mano, … chiedo se è difendibile il sistema della UE a fronte di questi dati che dimostrano la distruzione economica che ha provocato … l’introduzione della moneta unica dal 2000 ad oggi.

Ungheria. È stata praticamente liquidata la produzione degli autobus Ikarus, un tempo popolari.

Polonia. Sono state chiuse il 90% delle miniere, che occupavano oltre 300.000 dipendenti, da quando la Polonia è entrata a far parte dell’UE nel 2004, e il 75% dei minatori polacchi hanno perso il posto di lavoro. Il cantiere navale di Gdansk, il più grande al mondo negli anni Sessanta e Settanta, è ormai fermo. Quanto al debito estero della Polonia, è salito dai 99 miliardi di dollari del 2004 a 360 miliardi all’inizio del 2013.

Lettonia. L’industria elettronica ed automobilistica ha chiuso i battenti.

Lituania. L’allevamento è ‘sceso del 75%, poiché i residenti hanno smesso di allevare bovini’ a seguito delle quote latte dell’UE. Su richiesta di Bruxelles, il paese ha chiuso la centrale nucleare di Ignalina e ora dipende dalle importazioni di energia.

Estonia. L’allevamento è sceso dell’80%, e l’agricoltura è stata riorientata alla produzione di biocarburante. In ottemperanza alle richieste UE, l’Estonia ha ridotto di quasi due terzi la produzione di energia elettrica, da diciannove milioni a sette milioni di kilowattora, ed è stato chiuso lo stabilimento di macchine utensili di Tallinn. Nel 2007, la Commissione Europea inflisse una penale a questi tre stati baltici per aver tentato di creare scorte di cibo al fine di ridurre i prezzi.

Grecia. Sotto le riforme imposte dall’UE la produzione di cotone è crollata della metà, le quote agricole hanno colpito duramente i produttori di vino, la famosa cantieristica ha cessato di esistere e gli armatori greci ‘hanno acquistato 770 navi all’estero da quando il paese è entrato a far parte dell’UE’.”

E per finire il nostro economista e trader scrive: “Ovviamente non è tutta colpa dell’Euro e … corruzione (ingerenza del sistema politico in tutti i gangli della pubblica amministrazione) e burocrazia impazzita [hanno peggiorato] di molto la situazione, ma l’euro è l’arma letale dell’unione sovietica europea.” [grassetto nell’originale]

Torna alla memoria l’analisi di Vladimir Bukovsky “L’Unione Europea – il nuovo Soviet?”, presentata su ticinolive quasi un anno fa… Viene da domandare, adattando una famosa frase di Cicerone, “Unio Europaea, quousque tandem abutere patientia nostra?”

Historicus