Perché piace questa intervista? Perché le risposte di Elisabetta Gianella sono schiette, dirette e senza fronzoli. Da esse traspare una forte motivazione e un intenso coinvolgimento personale. Non le solite lagne “politicamente corrette”. Un’intervista di Francesco De Maria.


Si presenti in 7 righe ai lettori di Ticinolive.

Elisabetta Gianella   Ho 28 anni (29 sabato!) e sono nata e cresciuta a Lugano. Sono di formazione economista e da 2 anni ho aperto una società di consulenza. Mi piace definirmi una leghista di cuore e voglio fare politica per salvaguardare il nostro territorio e gli interessi dei ticinesi, soprattutto in ambito occupazionale. Collaboro con il Mattino della Domenica e ho collaborato con il compianto Consigliere di Stato Michele Barra alla realizzazione dello studio sui padroncini. Vivo a Pregassona con due gatti e un cucciolo di labrador. Durante la mia adolescenza mi sono dedicata al tennis a livello agonistico.

Quanti anni aveva quando nacque la Lega?
EG   Nel 1991 avevo 6 anni.

In che cosa consiste l’attività di una “giovane leghista”?
EG   Il Movimento Giovani Leghisti apre le porte della politica a ragazzi e ragazze ticinesi che vogliono cominciare a dare il loro contributo. Non ci formalizziamo su gerarchie interne o su quote d’iscrizione, chi vuole partecipare alle nostre attività è il benvenuto e diamo spazio a chiunque abbia idee ed entusiasmo.

In che cosa la Lega è migliore dei partiti tradizionali? Con quali armi li ha (non so se definitivamente) sconfitti?
EG   La Lega è stata innovativa sotto molti punti di vista rispetto ai metodi tradizionali dei partiti storici. Siamo innovativi dal profilo della comunicazione grazie al Mattino, lo siamo nell’organizzazione (infatti ci definiamo orgogliosamente un movimento e non un partito), e lo siamo soprattutto nell’azione politica. La nostra vera forza è quella di ascoltare i ticinesi e i loro problemi, ricercando di volta in volta soluzioni pragmatiche e concrete. L’ideologia e i suoi preistorici schemi destra-sinistra, li lasciamo volentieri agli altri. Noi ci concentriamo sulla realtà e sui bisogni della popolazione. La politica serve a questo: dare voce a chi non ce l’ha e cercare di trovare soluzioni utili per la gente.

Che ricordo ha di Giuliano Bignasca? Ha partecipato al pranzo del primo anniversario?
EG   Giuliano Bignasca è stato l’uomo che ha cambiato più di tutti il nostro Cantone. Tra le molte qualità che aveva il Nano, mi piace ricordare soprattutto della sua disponibilità verso la gente, verso tutti i ticinesi che avevano bisogno di una mano. Era un uomo generoso. E un politico dovrebbe essere così, sempre a disposizione dei suoi concittadini. Questa sua generosità personale è diventata anche un elemento identitario della Lega, che è sempre stato un Moviemento con una grandissima sensibilità sociale. E sono convinta che questa è una delle eredità più preziose che ci ha lasciato il nostro Presidente.

Naturalmente ho partecipato al pranzo. È stata una giornata ricca di emozioni e la partecipazione ha, ancora una volta, confermato l’amore della gente verso il Nano e verso la Lega. Mi ha colpito una frase pronunciata da Marco Borradori durante il suo discorso: “ Il Nano dettava l’agenda politica quando era in vita e lo fa ancora adesso che non c’è più”. Un pensiero profondo, che fa riflettere e che sintetizza molto bene la grandezza di Giuliano Bignasca.

Ho una percezione nettissima: il nostro piccolo paese si sente minacciato — nella sua identità — nella sua sicurezza — nel suo benessere. La Lega è in grado di difenderlo? E con quali mezzi?
EG   La Lega si è sempre schierata, spesso da sola, a difesa degli interessi del Ticino e dei ticinesi. Quindi abbiamo ampiamente dimostrato di essere in grado di assolvere questo compito. Con quali mezzi? Con quelli che la democrazia ci mette a disposizione: il lavoro dei nostri rappresentanti nelle istituzioni, le nostre proposte, le iniziative popolari….soprattutto con l’amore e la passione che abbiamo verso il nostro Cantone e la sua gente”.

Come valuta le prospettive finanziarie di Lugano? Se la situazione è grave, è colpa di qualcuno… o soltanto di un destino crudele?
EG   L’attuale crisi della piazza finanziaria è un problema oggettivo che ha preso forma rapidamente negli ultimi anni. Il Consiglio Federale ha le sue colpe e Lugano è una delle vittime. Per quello che riguarda il bilancio cittadino in senso stretto, rispondo che la Lega ha la maggioranza relativa da neanche un anno … non eravamo certo noi al comando negli ultimi decenni e credo sia profondamente ingiusto addossare alla nuova maggioranza leghista le responsabilità del passato. Tuttavia, con grande senso di responsabilità, ci siamo assunti l’onere, anche con misure politicamente impopolari, di risanare le finanze”.

Che giudizio dà di questo primo anno di “legislatura corta” a maggioranza (relativa) leghista? Borradori ha già imparato il mestiere di sindaco?
EG   “Il giudizio è ottimo, considerata anche la difficilissima situazione economica e finanziaria della Città. Marco Borradori è stato un eccellente Consigliere di Stato per 18 anni e il popolo lo ha sempre riconosciuto tributandogli successi elettorali sconosciuti a qualunque altro politico. Anche a Lugano è diventato sindaco con una votazione straordinaria. Una persona che ha l’esperienza e i numeri – elettorali, politici e intellettuali – di Marco Borradori, non credo abbia bisogno di imparare a ricoprire una carica istituzionale…Ci tengo a sottolineare che anche Michele Foletti e Lorenzo Quadri stanno svolgendo un eccellente lavoro per il bene di Lugano e dei Luganesi e, di riflesso, della Lega”.

Una carica importante è toccata un PLR veramente giovane. Lo conosce? Come si sta muovendo?
EG   Conosco Michele Bertini dai tempi dell’infanzia. Giocavamo insieme a tennis! Sono contenta che il Municipio abbia una persona così giovane al suo interno. Questo dimostra che c’è spazio anche per le nuove leve. Sono curiosa di vedere come si muoverà fino al 2016, nel frattempo gli faccio i migliori auguri di buon lavoro”.

La Lega dopo 23 anni ha ottenuto importanti cariche istituzionali: maggioranza relativa in Governo, maggioranza relativa nell’Esecutivo luganese… e parecchio altro. Questi grandi successi hanno cambiato la natura del movimento?
EG   Assolutamente no! Il DNA della Lega è sempre lo stesso e il Movimento continua a portare avanti i suoi valori e le sue battaglie. Naturalmente gli anni passano e a mutare è la realtà con cui siamo confrontati. Mi riferisco sia alla società che alla Lega . Nell’ultimo anno abbiamo perso il nostro insostituibile presidente Giuliano Bignasca, il Consigliere di Stato Michele Barra, Giorgio Salvadè, e prima ancora Rodolfo Pantani, Flavio Maspoli, e altri grandi leghisti della prima ora che ricordiamo sempre con gratitudine per quello che ci hanno lasciato. Nel frattempo però sono arrivate nuove persone, che hanno portato nuova energia e nuove idee. E la Lega è la forza politica che da sempre lascia ai suoi giovani un autentico spazio per affermarsi, facendogli ricoprire ruoli di responsabilità. Insomma, il nostro è un percorso di crescita assolutamente normale. Come è normale, oltre che fondamentale, avere l’agilità politica per adattarsi ai mutamenti sociali ed economici. Altrimenti il rischio è diventare come i partiti storici che propongono vecchie ricette a nuovi problemi, che spesso neppure hanno l’umiltà di ascoltare.

Detto questo, non dimentichiamoci che, come giustamente sottolinea lei, abbiamo la maggioranza relativa e non assoluta, sia in Governo che in Municipio a Lugano. Noi da soli non possiamo decidere nulla. Basta ricordare il blocco dei ristorni dell’anno passato, dove non abbiamo avuto la maggioranza per attuarlo. O la nomina del vicesindaco di Lugano, dove a maggioranza i partiti storici hanno ingiustamente deciso di non nominare Lorenzo Quadri. Aggiungo infine, ma non da ultimo, che la presenza di due leghisti in Consiglio di Stato ha comunque migliorato l’approccio del Governo su alcuni temi particolarmente sensibili, come ad esempio la sicurezza e la lotta a difesa del mercato del lavoro contro l’invasione di frontalieri e padroncini. Sono sicura che i ticinesi apprezzano molto il lavoro, serio e concreto, che stanno svolgendo Norman Gobbi e Claudio Zali. E le prossime elezioni lo dimostreranno”.

Quando il Mattino della Domenica punzecchia il “governicchio” di Bellinzona, non le capita mai di pensare che esso è composto – per un esatto 40% – di leghisti?
EG   Il Mattino della Domenica è stato fondato 24 anni fa e da 24 anni propone con successo il suo giornalismo. Il giornale è il giornale e il Governo è il Governo. Non ha senso mischiare le diverse dimensioni. Ognuno svolge la sua funzione, di azione e di critica, secondo il ruolo che è chiamato a ricoprire. E mi sembra che negli ultimi vent’anni abbia funzionato piuttosto bene.. per noi!”

Restiamo sul Mattino di Lorenzo Quadri. Il suo stile corrosivo è stato infinite volte criticato e biasimato. In pratica i suoi avversari (potrei quasi dire: le sue “vittime”) lo accusano di usare mezzi scorretti e sleali. Condivide?
EG   Assolutamente no! Lorenzo Quadri ha una qualità che manca a molti suoi avversari politici: la schiettezza e la forza di non cadere nella trappola del politicamente corretto. Non serve a niente fare i falsi moralisti e intanto non risolvere i problemi delle persone. Un’altra qualità di Lorenzo, che negli altri spesso fa difetto, è la sua preparazione. Sia quando scrive per il Mattino che quando svolge la sua attività politica, approfondisce i temi e porta a sostegno delle sue tesi fatti e numeri. È un grande lavoratore e il frutto del suo impegno è stato premiato dai cittadini, essendo stato il Consigliere Nazionale ticinese più votato alle ultime elezioni federali”.

Dopo un congruo lasso di tempo, come possiamo valutare “l’operazione Bel Ticino”?
EG   Bel Ticino chi?

Quadri aveva preteso per sé – sulla base del consenso ottenuto, chiaramente maggioritario rispetto a Giovanna Masoni – la carica di vice sindaco. Ha perso. Aveva ragione lui?
EG   I luganesi hanno dato 1000 voti in più a Lorenzo Quadri rispetto a Giovanna Masoni. La volontà popolare è stata dunque espressa in maniera chiarissima. E credo non sia necessario aggiungere altro.

Dopo la clamorosa vittoria a Lugano… alla nuova maggioranza leghista tocca proporre l’aumento del moltiplicatore all’80%. Non è bizzarro?
EG   Non è affatto bizzarro. È doloroso, come hanno ripetuto il sindaco Borradori e il capo dicastero finanze Michele Foletti. Nella Lega sappiamo che è in corso una discussione su quale sia la percentuale più adeguata di aumento del moltiplicatore. Ma qui, lo ribadisco, il punto centrale è un altro: la Lega si sta assumendo l’onere di risanare le finanze di una Città che per decenni e decenni è stata gestita da altri. E tutti sappiamo che non stati certo i leghisti a volersi imbarcare nell’avventura del LAC che pesa come un macigno sulle casse pubbliche… Tutti i leghisti sono d’accordo che bisogna incidere di più sulla spesa, soprattutto quella legata alla cultura che non porta pubblico né valore aggiunto alla Città. Ma come dicevo prima, non possiamo decidere da soli.

Parliamo dell’ultimo successo della Lega (ma, in Svizzera, dell’UDC): il Sì all’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Nel Ticino: una valanga. Nella Confederazione: una miracolosa vittoria (io pensavo che si sarebbe perso di misura). Qual è ora, dopo il Sì, il più grande pericolo?
EG   “Il più grande pericolo è che non venga rispettata la volontà popolare. Quindi dobbiamo continuare a mettere pressione su Berna affinché i contingenti vengano applicati al più presto. Tutto il resto sono chiacchiere”.

Il duro “conflitto fiscale” con Stati Uniti (primissimi), Germania, Italia, eccetera, viene gestito per larga parte dal Consiglio federale e, segnatamente, da Eveline Widmer-Schlumpf. Come valuta l’azione del governo nel corso di questi ultimi anni cruciali? Ha solo perso ciò che, umanamente, era impossibile salvare? Si è rivelato debole e inefficace? O, addirittura, ha sbagliato tutto?
EG   La consigliera Federale Widmer – Schlumpf ha dimostrato di non essere all’altezza del compito. La sensazione è che abbia “calato le braghe”, insieme alla maggioranza del Consiglio Federale, senza tutelare con la necessaria fermezza i princìpi sui quali si è sviluppato il nostro paese. Trovo ridicolo parlare di paradiso fiscale in Svizzera quando a poche migliaia di chilometri troviamo il Regno Unito con i suoi statuti speciali e le sue agevolazioni fiscali che fanno invidia a chiunque.

Nell’attuale situazione precaria, dove risiede l’interesse delle grandi banche, a che cosa puntano? E l’interesse delle più piccole?
EG   Il risultato dell’iniziativa Minder ha messo in risalto una questione centrale: il popolo svizzero non è più disposto a tollerare operazioni, stipendi e comportamenti immorali da parte degli attori dell’economia e della finanza. Le banche nascono come intermediari finanziari: ricevere soldi dai privati per finanziari imprese ed altri privati. I prodotti derivati sono una realtà perversa di questo meccanismo. Come è stato perverso e sciagurato il comportamento di certi manager, che sono chiamati a gestire un’azienda nell’interesse primario degli azionisti e non del loro portafoglio”

Per il potentato finanziario Svizzera, assediato, quale può essere l’ultima linea di difesa (se c’è)?
EG   La Svizzera ha sempre avuto una caratteristica riconosciuta in tutto il mondo: la qualità dei suoi servizi e delle risorse umane. Questo non ce lo può togliere nessuno ma dobbiamo continuare ad investirci. Per il resto coltivo sempre la speranza (ma ormai temo sia un’illusione…) che il Consiglio Federale difenda con maggiore coraggio la nostra piazza finanziaria e le sue peculiarità. Naturalmente anche le banche devono fare la loro parte e mi auguro di sbagliarmi nella sensazione che i grandi istituti abbiano già un po’ mollato la Svizzera, gettandosi tra le braccia della piazza finanziaria londinese o di quelle asiatiche”.

Chiudo l’intervista con una domanda di carattere personale. Qual è il suo obiettivo politico? Che cosa le piacerebbe diventare?
EG   Il mio obiettivo politico è semplice: dare un contributo per realizzare qualcosa di positivo, utile e concreto per i ticinesi. Cosa mi piacerebbe diventare? Credo che in politica sia giusto coltivare ambizioni, ma poi è il popolo che decide se meriti un carica e quale. Io sono una persona pragmatica e dunque mi limito a dire che sono disposizione della Lega e dei miei concittadini con i miei valori, le mie competenze e con umiltà, passione e determinazione. Il resto si vedrà…