Più di un mese dopo essere uscita di prigione, l’ex primo ministro ucraino Yulia Timoshenko ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 25 maggio.
“Nessuno dei politici che si preparano a essere candidati alla presidenza si rendono conto dell’anarchia nel paese – ha dichiarato.

Una delle priorità, ha detto, sarà trasformare l’oligarchia in un grande business onesto : “Sarò la candidata dell’unità ucraina.”
La Timoshenko ha precisato che intende sollecitare i deputati del suo partito, Batkivchtchina, affinchè presentino ufficialmente la sua candidatura.

UN VOTO SIMBOLICO

L’elezione presidenziale di maggio è ancor più simbolica perchè interviene mentre permangono le minacce sull’integrità territoriale dell’Ucraina, dopo l’annessione negli scorsi giorni della Crimea alla Russia.

Il voto ha un’importanza fondamentale. Anche se la funzione presidenziale non avrà più il peso che aveva in precedenza, la posta in gioco sarà ritrovare la via della legittimità popolare. Infatti, la popolazione nell’est del paese considera ancora la destituzione di Viktor Ianukovitch come un colpo di Stato.

Un recente sondaggio sulle intenzioni di voto mette Yulia Timoshenko al terzo posto, con 8.2% dei voti, dietro all’uomo d’affari Petro Poroshenko, largamente in testa (24,9%) e a uno dei leader della contestazione, Vitali Klitschko (8,9%).

Di recente a Kiev si sono imposte altre persone, come Olga Bogomolets, medico responsabile della cura dei manifestanti di Piazza Maidan e che ha rifiutato un posto di ministro, Oleh Tyahnybok, capo del partito neonazista Svoboda, o ancora Dmitro Iaroch, capo dell’organizzazione paramilitare e ultranazionalista Pravyi Sektor.