Nel suo ultimo libro “Les Français ne sont pas Suisses ” [I francesi non sono svizzeri], il giornalista romando Georges Pop analizza alcuni preconcetti che esistono sul popolo svizzero.

Gli svizzeri hanno una notevole capacità di adattamento, scrive fra le altre cose e – in un’intervista sul portale Swissinfo.ch – Pop spiega : “In quanto svizzeri, siamo forgiati dalla nostra Storia, dalle nostre istituzioni e soprattutto dalla nostra mentalità : il senso del dialogo e del compromesso. Sappiamo adattarci.
Prendete l’esempio delle votazioni del 9 febbraio scorso sull’immigrazione di massa. Ebbene, anche gli svizzeri più contrariati dal verdetto delle urne si sono presto messi al lavoro per cercare soluzioni al problema.
Il francese invece privilegia lo scontro frontale. Lo testimoniano gli scontri fra l’opposizione e la maggioranza, i sindacati e il padronato. In generale non ne esce qualcosa di convincente.

[…] Non avendo miniere, né colonie, né uno sbocco sul mare, la Svizzera ha investito molto nel lavoro, che qui viene considerato come una materia prima.
La Francia della settimana lavorativa a 35 ore fa fatica a capirlo. I suoi media ci vedono come un popolo “bisognoso”. E i francesi si meravigliano che degli svizzeri possano votare contro la riduzione del tempo di lavoro e la pensione anticipata.
Va detto che la Francia sacralizza abbastanza l’impiego. Ma l’impiego senza lavoro è un guscio vuoto.”