Piace anche a me, ne sono un fedele abbonato da molti anni (fdm)

SoldatiLe discussioni pubbliche a proposito degli avvenimenti in Ucraina volgono sempre attorno al confronto di due fronti. Ma sappiamo dove stiamo andando? Durante la mia vita ho vissuto 4 guerre, iniziate nel generale entusiasmo e con il sostegno incondizionato della pubblica opinione. Come potessero finire non si sapeva, e da tre di quelle guerre ci siamo poi ritirati. Per la politica la verifica della scelta compiuta si fa alla fine, e non dipende dal modo  in cui la guerra ha preso inizio.

Per il mondo occidentale la demonizzazione di Putin non è una politica, è solo un alibi per l’assenza di una politica.

Sono 2 frasi di Henry Kissinger in un articolo sul “Washington Post” del 5 marzo 2014, riprese da “Zeit-Fragen” dell’11 marzo 2014.

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Stefania Giannini, segretaria di Scelta civica, a RaiNews 24, una nobilissima perorazione in favore  dell’UE: “invece di guardare ad un passato mortificante bisogna guardare al futuro  europeo” il succo del suo discorso. Il guaio è che ad essere mortificante non è il passato, ma proprio il futuro europeo così com’è attualmente progettato.

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16.4.2014: Finalmente, alla RSI, un politologo italiano a me sconosciuto, Andrea Gaiani, commenta lucidamente, pacatamente e ponderatamente la situazione in Ucraina. Quale contrasto con i commenti di Gerardo Morina sul maggior quotidiano ticinese, un Morina così succube degli USA da non vedere un elefante a 5 metri di distanza. Crede ancora, nonostante l’evidenza dei fatti, che l’aggressore sia Putin, che in realtà è l’accerchiato, mentre il vero aggressore è la Nato, ossia gli USA. Non c’è peggior cieco (per esser corretti si dovrebbe dire ipovedente) di chi non vuol vedere, che di fatto significherebbe “di chi vuol ipovedere”.*

“Weltwoche” è un settimanale al quale sono abbonato da una ventina d’anni o più. Ammirevole, perché sostiene una sua linea politica dando però spazio a tutti i rappresentanti di altre ideologie e altri partiti che quelli del centrodestra, UDC e PLR. Da anni Peter Bodenmann, già presidente nazionale del PS e consigliere nazionale di lungo corso, ne è colonnista. Scrittore brillante e piacevole, talora con una punta di antiblocherismo eccessiva, sa con straordinaria certezza tutto quel che occorerebbe fare per garantire alla Svizzera un futuro prospero e felice. Buona l’uscita dall’energia atomica, geniale la sovvenzionite a profusione delle energie alternative, da delinquenti la mancata adesione allo SEE (Spazio Economico Europeo), gravissimo errore che stiamo ancora pagando, ma siamo ancora in tempo a ravvederci con una piena e totale adesione, giudici stranieri compresi, e mi fermo qui. Conduce brillantemente un albergo a Briga, ereditato dalla famiglia, albergo in cui ho soggiornato una notte, perché scelto come sede di un’assemblea dei delegati, indovina, amico lettore, di chi? Proprio dall’UDC-SVP di Christoph Blocher e Ueli Maurer, allora presidente del partito.

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Kurt Pelda è un reporter di guerra freelance che scrive regolarmente per la “Weltwoche”. Ha girato in lungo e in largo i paesi nordafricani colpiti dalla “primavera”, in particolare la Libia, e adesso stagiona da più di un anno in Siria, tra mille pericoli. Con una simile esperienza sulle spalle crede ancora che le rivolte in quei paesi sono state sollevamenti popolari e che gli USA e i suoi vassalli europei (Sarkozy per quel che concerne la Libia) si siano indaffarati a spargere ordine e democrazia come impacchi su una gamba gonfia. Negli ultimi resoconti dalla Siria mi è però sembrato che qualche dubbio cominci a insinuarsi nelle sue meningi.

Hansrudolf Kamer è un articolista redazionale del settimanale di Basilea che conduce una sua rubrica di politica internazionale, a livello di grandi potenze o, quando parla dell’UE, di potenze che vorrebbero essere grandi ma non lo sono. E`un giornalista di piacevole lettura, che conosce il suo mestiere, sempre da leggere con beneficio. Anche lui però, partito da una posizione rigidamente filoamericana, fatica parecchio  a liberarsi da questo pregiudizio.

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Gli accadimenti attuali (16.4.2014) di Crimea, una guerra civile incipiente che l’Occidente cerca, con un tam tam mediatico assordante che più non si può, di addebitare a Wladimir Putin, inventando un suo inverosimile e inveritiero espansionismo di tipo imperiale, gli accadimenti attuali, dicevo, dovrebbero aprire gli occhi anche agli ipovedenti. Che la Polonia, la Germania, la Moldavia, la componente filoeuropea del popolo ucraino si scatenino contro la Russia potrebbe essere comprensibile e anche giustificato. Ma gli USA, a Kiew cosa ci stanno a fare, e con quale diritto? In nome di chi, o di cosa? La risposta è facile: in nome della loro pretesa egemonica mondiale, con un assoggettamento alla loro strategia dell’Ucraina da accogliere nella NATO, per ancor più strettamente accerchiare una delle due sole potenze che possono ostacolare questa loro ambizione egemonica.

Gli USA, la loro storia lo insegna, sono come una iena che non molla l’osso neppure se di fronte ha il leone. Putin, se cede adesso, firma la sua prossima fine e quella dei russi di Ucraina. Il risultato sarà, se non è già, una guerra civile per il popolo ucraino.

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Tennis, Fed Cup: il 19-20.4.2014 si disputa lo spareggio tra Brasile e Svizzera. La nostra squadra:

Belinda Bencic

Amra Bacsinsky

Viktorija Golubic

Timea Sadikovic

L’allenatrice-capitana non la conosco, a giudicare dal nome dvrebbe essere nepalese o forse nord-coreana: Heidy Müller.

Gianfranco Soldati