Pubblichiamo con piacere questo eccellente articolo. Sappiamo che, riguardo all’evento, Bazzi ha elevato un’accorata e preoccupata protesta; sappiamo anche che Jermini ha dovuto ordinare un’ispezione, al fine di salvaguardare la salute dei consumatori, seriamente minacciata. Un dovere giornalistico abbinato a un dovere istituzionale. Sono stati perfetti.
Ci permettiamo però di aggiungere che, se sono i Siccardi i nemici dell’economia del Ticino… ci piacerebbe, ma tanto!, conoscerne gli amici! (fdm)
Pubblicato settimana scorsa nel CdT.
Una impresa ticinese è stata rimproverata in un sito per aver appaltato un catering ad una ditta italiana, risparmiando 100.000 Sfr., la metà di una offerta locale.
Questo breve articolo è stato concepito non solo per difendere l’operato di questa impresa che ha speso a Lugano oltre 1.600.000 Sfr. in un congresso medico durato due giorni, bensì per affrontare un argomento più importante, quello della coerenza e dell’amore per la Svizzera. Non manca mai, comunque, chi fa lo Svizzero perfetto coi soldi degli altri. Se l’impresa voleva risparmiare, e molto, poteva andare a Como, piena di alberghi vuoti, un bel lago anche lì, a due passi dal suo stabilimento di Castel nato a un dovere
Chi scrive ha passato trent’anni aiutando chi si batte per la indipendenza politica di questo Paese, e continuerà a farlo con testardaggine, finché avrà la forza di farlo; e non per idealismo di maniera, ma per convinzione profonda basata sulla sua esperienza di vita e di lavoro.
Signori, dopo la Iniziativa Popolare contro la immigrazione di massa, ora possiamo finalmente salvare la nostra qualità di vita. Dobbiamo però anche capire che i tempi d’oro sono finiti e le entrate, che prima le banche ci assicuravano, dovranno invece venire da quanto sappiamo fare meglio, il lavoro serio, la Ricerca e Sviluppo, le misure intelligenti nei trasporti, l’organizzazione e il controllo della spesa pubblica, affinché essa non ci divori come avviene in altri paesi. Ma c’è un altro grosso problema di cui non si parla mai, il costo della vita svizzero.
Uno Svizzero non deve sentirsi in dovere, anche solo morale, di pagare molto di più lo stesso oggetto o servizio solo perché lo compra in Svizzera. Notate bene, non ho detto perché è prodotto in Svizzera, ma perché è venduto in Svizzera. La vita in Svizzera è più cara, ma perché? Perché la stessa auto comprata a Como costa il 25% in meno, così i medicamenti, le costruzioni, le strade, gli alimentari? Perché, insomma, un lavoratore in Italia con 4.000 Sfr. al mese riesce a allevare una famiglia, fare studiare i suoi figli e a pagare il mutuo dell’alloggio e qui invece ha difficoltà?
Invece di accapigliarci su dove si fa la spesa, e sappiamo che tutti compriamo dove meglio crediamo, sarebbe utile analizzare le ragioni di tali differenze e vedere quali si giustificano e quali invece sono frutto di veri e propri cartelli o di situazioni contingenti che dobbiamo modificare. Si sa poi che chi vive in Svizzera e ha un salario basso deve essere pagato di più di un frontaliero a parità di mansioni, che ad un artigiano svizzero è giusto concedere un 25% di maggiorazione rispetto ad uno italiano, ma nessuno, neanche i soloni dell’ultima ora, spende un centesimo in più del necessario. E questo normalissimo comportamento non ha niente a che fare con le convinzioni politiche riguardo alla sovranità svizzera da preservare o alla necessità di rimanere fuori dall’Europa. Pensiamo ad eliminare le sacche di parassitismo delle lobby e a diventare competitivi. Solo così i nostri salari non saranno artificiosamente più alti, e con loro i prezzi dei nostri prodotti, ma saranno alti perché avremo successo sui mercati internazionali, continuando ad essere la nazione florida che siamo sempre stati.
Alberto Siccardi, imprenditore