La scoperta astronomica annunciata giovedì scorso è di quelle importanti : è stato scoperto un pianeta simile alla Terra. Non si sa ancora se sia abitabile.

Gli astronomi hanno annunciato la scoperta di un pianeta dalle dimensioni simili alla Terra, situato nella zona orbitale abitabile della sua stella – in altri termini si trova alla distanza perfetta per avere acqua liquida in superficie. Non sappiamo a che punto questo pianeta sia simile alla Terra, ma questo dimostra che non siamo mai stati tanto vicini a trovare un gemello del nostro pianeta.

Questo pianeta si chiama Keplero-186F ed è stato scoperto grazie al telescopio spaziale Keplero, concepito per trovare pianeti orbitanti attorno a stelle che non siano il Sole.
Keplero usa il metodo dei transiti : ha sempre circa 150’000 stelle nel mirino e si concentra sui leggeri cali di luminosità che ne riceve.
L’idea è che se una stella possiede dei pianeti e osserviamo la sua orbita di profilo, ogni volta che un pianeta passa fra noi e la stella bloccherà una minuscola quantità di luce (in generale meno del 1%).

E’ un metodo valido – ha permesso al telescopio di scoprire quasi un migliaio di pianeti. Di fatto, la maggior parte dei pianeti scoperti in questo modo lo sono stati grazie a Keplero. Inoltre, se la dimensione della stella è nota (come di solito è il caso) si può anche determinare la dimensione del pianeta in funzione della quantità di luce bloccata.

Keplero-186F è uno dei maggiori successi del telescopio. Fa parte di un mini sistema solare, un insieme di cinque pianeti orbitanti attorno a una nana rossa, una stella più piccola e più fredda del Sole.

Ma anche se la stella è più fredda del Sole, quattro di questi pianeti sono abbastanza vicini per essere molto caldi, tanto che l’acqua sulla loro superficie sarebbe perennemente in ebollizione.
Invece Keplero-186F è diverso : orbita più lontano, a circa 53 milioni di chilometri dalla stella, dove le temperature sono più clementi. Facendo qualche ipotesi, possiamo dire che non è molto lontano dal bordo esteriore della “zona abitabile” della stella, dove l’acqua liquida può facilmente esistere sulla superficie di un pianeta.

Quello che rende 186F così particolare fra i pianeti simili alla Terra sinora scoperti, sono le sue dimensioni : è 1.1 volte più grande della Terra.
Potenzialmente è il pianeta più simile al nostro. Potenzialmente, in quanto di questo pianeta si sa ben poco, a parte la distanza che lo separa dalla sua stella e il suo anno : impiega 130 giorni a fare il giro completo di questa stella.

La prossima tappa sarà conoscerne la massa, la composizione dell’atmosfera e la temperatura in superficie, ma ciò non avverrà a breve in quanto non esistono ancora i mezzi per calcolare la massa dei pianeti, da cui dipendono gli altri dati.
Non è ancora possibile determinare se questo pianeta assomiglia più alla Terra oppure a Venere (con la sua atmosfera altamente tossica e spessa che fa salire la temperatura in superficie a livelli assai elevati), oppure a Marte (dove non c’è quasi aria e la temperatura è molto fredda).

Allo stato attuale delle conoscenze, è più probabile che Keplero-186F sia un pianeta roccioso come la Terra, con una gravità in superficie assai simile. Il che implica che potrebbe esserci dell’acqua. Ma è presto per saperlo con certezza e avanzare ipotesi sarebbe speculazione.

Numerosi fattori entrano in gioco per rendere abitabile un pianeta. Ad esempio è necessaria la presenza di un campo magnetico. Il nostro ci protegge dall’incessante flusso delle particelle subatomiche emesse dal Sole, che altrimenti in diversi miliardi di anni avrebbero corroso l’atmosfera terrestre. Forse è quanto successo con Marte.

Siamo quasi certi che nella nostra galassia esistono miliardi di pianeti dalle dimensioni simili a quelle della Terra. Oggi ne conosciamo quattro che sono situati nella zona abitabile della loro stella e sappiamo anche che mondi esteriori alla stretta definizione di una zona abitabile possono avere acqua allo stato liquido (è il caso della Luna di Giove, Europa e di quella di Saturno).

(Fonte : Slate.fr)