Sono trascorsi 67 giorni e sento ancora l’odore della vernice fresca delle pareti bianche appena dipinte. Nessuno aveva mai contemplato l’opera dall’interno. Nessuno era ancora salito all’ultimo piano per lasciarsi sbalordire dal favoloso paesaggio offerto dalle vetrate. Nessuno aveva ancora esplorato la capiente e meravigliosa sala da concerto e teatrale, che ospiterà tutte le stagioni di musica classica e gli spettacoli di Lugano in Scena. Ho rubato queste parole dall’apertura del film ‘Titanic’. Non sono scaramantica: quell’avventura finì male, ma il senso di stupore e meraviglia sopravvive anche alle opere più sfortunate. Nel caso del LAC però le cose andranno sicuramente meglio. E, come quella fu la nave dei sogni, anche il LAC è il monumento dei sogni. Lo è e lo sarà davvero. E non finirà contro un iceberg: questo almeno è sicuro.

Titanic 2Non finirà così

Il 13 marzo mi sono intrufolata, un po’ clandestinamente, nella visita guidata al LAC, organizzata dal Municipio, per i Consiglieri Comunali di Lugano. L’emozione data dall’esplorazione del gigantesco Centro Culturale è stata indimenticabile. Il LAC sarà il luogo dove troveranno spazio le arti visive, il teatro, la musica, la storia, le culture.

A me piace però soffermarmi sull’Auditorium, che ospiterà 1000 persone, in cui le eleganti onde lignee del soffitto sono studiate per migliorare la proiezione sonora di qualsiasi strumento e di qualsiasi voce.

Un esercizio riuscitissimo. L’acustica è coinvolgente, migliore di tutte quelle esistenti in Ticino e, probabilmente, di livello assoluto. Per esempio, la Musikhuset di Aarhus, in Danimarca, nella quale ho avuto l’onore di suonare, è giustamente famosa per l’acustica, per la quale ha ricevuto molti premi. Tuttavia, secondo me, non vanta una performance acustica migliore di quella del LAC. Ed è tutto dire.

Sono una musicista, io vivo di cultura. Sono quindi anche personalmente fiera che la Città di Lugano abbia voluto trovare i soldi – e sono molti, lo sappiamo – per la realizzazione di questa vera e propria “Kunsthaus” della Svizzera italiana, il fulcro per le diverse arti, ospitate l’una assieme all’altra con la stessa dignità. Davvero un ottimo inizio. Sarà sicuramente un’eccellente vetrina per gli artisti svizzeri e per le celebrità internazionali.

Si dice che la cultura non si mangia. Ma noi non viviamo senza cultura. Che vita sarebbe senza la musica, l’arte in genere? La cultura e l’arte sono dentro di noi. Completano il nostro essere, accompagnano la nostra vita, vincono i nostri mali e muovono i nostri pensieri.

La cultura è come una piccola pianta, bisogna amarla e nutrirla, bisogna curarla e rispettarla. Ci vogliono pazienza e sacrificio. I risultati desiderati si ottengono solo con tenacia e disciplina.

In quanto casa della cultura, quindi, il LAC è per tutti noi anche un po’ casa nostra. Ora che abbiamo questa casa meravigliosa, scordiamoci le polemiche e impariamo, per il nostro bene, ad amarla.

Maristella Patuzzi