L’industria americana dei pesticidi, che combatte un regolamento europeo che va contro i suoi interessi, fa capire alla Commissione europea che il partenariato transatlantico (TTIP) con gli Stati Uniti potrebbe costare molto caro all’Europa.
Se questo partenaricato verrà firmato – i negoziati sono in corso e la firma potrebbe giungere alla fine del prossimo anno – in nome di un trattamento giusto ed equo le aziende americane potrebbero opporsi ai paesi dell’Unione europea, dove alcune regolamentazioni, soprattutto ambientali e sociali, sono sfavorevoli ai loro interessi. Il litigio verrebbe risolto dalle decisioni di tribunali internazionali e privati.
In queste discussioni, alcuni industriali vedono l’occasione di accaparrarsi una parte del mercato. E’ il caso dell’associazione di promozione dei pesticidi nell’agricoltura Croplife International, installata a Bruxelles.
Per fare pressione sulla Commissione europea, che tratta il negoziato per l’UE, uno dei suoi rappresentanti, Douglas Nelson, ha impugnato un rapporto che valuta a 65 miliardi di euro le perdite subite dai giganti dei prodotti fitosanitari a causa di un regolamento europeo che esclude dal mercato i pesticidi che possono avere effetti perturbatori nefasti per l’uomo.
Un’esclusione ancor prima che il rischio si sia avverato e le lobby dei pesticidi fanno valere presso la Commissione europea che negli Stati Uniti un simile principio di precauzione non esiste.
“Se il TTIP venisse adottato, queste lobby potrebbero chiedere il rimborso dei mancati guadagni – commenta François Veillerette, presidente di Générations futures, associazione francese che mette in guardia contro i pericoli dei pesticidi – In questo il Trattato transatlantico può essere molto pericoloso. La strategia degli industriali è di usare il TTIP come punto per attaccare il principio di precauzione e fare pressione sulla Commissione europea.”