L’esercito messicano ha catturato giovedì il 32enne Ovidio Guzmán-Lopez, figlio del boss della droga messicana Joaquin “El Chapo”, leader quest’ultimo di una potente organizzazione criminale chiamata cartello di Sinaloa, dedita al traffico di droga internazionale. Prelevato in elicottero, è stato portato in un carcere federale di massima sicurezza della capitale Città del Messico.

La sanguinosa operazione di arresto iniziata all’alba con lo schieramento di elicotteri da combattimento, ha scatenato una forte violenza di rappresaglia nello Stato messicano di Sinaloa, situato nella costa balneare del Pacifico che affaccia nel Golfo della California. Uomini armati hanno organizzato blocchi stradali, sequestrato e dato fuoco a dozzine di auto e autobus terrorizzando i residenti, e almeno due aerei dell’aeronautica militare messicana sono stati colpiti da colpi di arma da fuoco e costretti ad effettuare atterraggi di emergenza nell’aeroporto di Culiacán, dove sono stati cancellati di conseguenza un centinaio di voli.

Lo Stato ha inviato circa mille soldati dell’esercito a Sinaloa in aiuto delle truppe della polizia per le operazioni di terra.

10 soldati sono stati uccisi oltre ad altre 19 persone sospettate di essere membri del cartello. Altri 35 militari sono rimasti feriti e 21 uomini arrestati.

Già nel 2018, Ovidio Guzmán-Lopez, soprannominato “il topo” era stato preso in custodia federale a Culiacán, ma fu liberato pochi giorni dopo quando uomini armati del cartello di Sinaloa presero il controllo di gran parte della città. Fu una umiliazione per il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador, eletto proprio in quell’anno dopo aver promesso che si sarebbe impegnato a porre fine alla guerra della droga.

Ovidio è uno dei figli di El Chapo, che avrebbe assunto insieme un ruolo di comando all’interno del cartello da quando il padre è stato estradato negli Stati Uniti nel 2017. El Chapo infatti, sta scontando l’ergastolo dopo essere stato riconosciuto colpevole di traffico di cocaina, metanfetamine e marijuana, oltre a riciclaggio di denaro. Il processo, conclusosi nel 2019, rivelò diversi brutali dettagli su come operano i cartelli della droga messicani.

Gli Stati Uniti avevano emesso una ricompensa fino a 5 milioni di dollari per informazioni che portassero al suo arresto, così come per i suoi fratelli coinvolti. Lo scorso anno (2022), le città di confine hanno assistito ad oltre 1’900 omicidi. Il gruppo è un importante esportatore di droga ed è diventato il principale fornitore degli Stati Uniti, dove i decessi per overdose hanno superato i 107 mila casi nel 2021.

Sono stati necessari sei mesi di sorveglianza per catturare giovedì Ovidio Guzmán. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha affermato che lui, insieme ai fratelli, gestiscono 11 laboratori di metanfetamine nello Stato di Sinaloa, che producono oltre 2’000 chili di droga al mese.

Quest’ultimo arresto arriva prima della visita di Biden, programmata per lunedì nella capitale messicana in un vertice congiunto con il presidente messicano e canadese per discutere di questioni sull’immigrazione. La prima visita di un presidente statunitense in nove anni.