Il Consiglio di amministrazione del gruppo bancario francese BNP Paribas ha approvato un accordo con le autorità americane che prevede una multa di 9 miliardi di dollari. In questo modo il gruppo evita un processo per attività condotte in paesi colpiti da sanzioni economiche statunitensi.

Dopo diversi mesi di trattative giunge l’accordo che verrà ufficializzato lunedì 30 giugno dopo la chiusura di Wall Street. Ognuna delle autorità coinvolte – il dipartimento di giustizia americano, il regolatore bancario di New York, Benjamin Lawsky – farà il suo annuncio, ha indicato domenica all’AFP una fonte vicina al dossier.

BNP Paribas è stata accusata di aver eseguito transazioni in dollari, soprattutto nel commercio di petrolio e gas, in paesi sottoposti a sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti. Le infrazioni sarebbero avvenute in Sudan, Iran e Cuba fra il 2002 e il 2009.
La banca ha accettato di dichiararsi colpevole e di pagare una multa di 8.9 miliardi di dollari per evitare un processo.

2 miliardi saranno versati ai servizi di Benjamin Lawsky, il quale imporrà a BNP per tutto il 2015 la sospensione delle sue operazioni in dollari. L’attuazione di questo divieto sarà progressiva, in quanto la banca ha attualmente operazioni in corso.
La banca ha tempo sino al 31 dicembre di quest’anno per trovare una soluzione di rimpiazzo, ossia una banca che accetti di eseguire i suoi pagamenti in dollari.

L’ammissione di colpevolezza evita alla banca di andare a processo ma non elimina tutti i rischi : BNP potrebbe essere esposta a richieste d’indennizzo da parte di terzi o potrebbe perdere grossi clienti istituzionali.

Il caso BNP Paribas ha avuto risvolti politici : il presidente francese François Hollande ha cercato, all’inizio di giugno, di intercedere presso il presidente americano Barack Obama. Senza successo, in quanto Obama ha dichiarato di non voler intervenire.
Pur non contestando la legittimità delle sanzioni, le autorità francesi hanno sempre chiesto che fossero giuste e proporzionate. Un’esigenza ripetuta domenica sera dal ministro dell’economia Arnaud Montebourg.

“Abbiamo il diritto di chiedere un certo equilibrio – ha detto Montebourg, rinnovando la minaccia espressa in diverse occasione dal capo della diplomazia francese Laurent Fabius, di un impatto del caso sui negoziati in corso per la conclusione del Trattato transatlantico fra gli Stati Uniti e l’Unione europea.