… e dei partiti
Dalla “domenica nera” di Jean Pascal… ai giorni nostri
Mario Botta non morì (per fortuna)

dimanche noirScrivevo ieri di sistemi di conduzione partitica chiaramente e palesemente inadeguati, e ancor più inadeguati per partiti che vorrebbero ritrovare l’antico e perso splendore. Il mio commento sul voto per l’adesione allo SEE risale al gennaio 1993. Da allora le “cattive abitudini” da me (e molti altri) denunciate sono diventate, purtroppo, consuetudine di comportamento non solo dei partiti, ma anche dei nostri consiglieri federali e di buona parte dei parlamentari sotto la cupola federale. La sera del 6 dicembre 1992 Jean Pascal Delamuraz parlò di domenica nera, il grande architetto Mario Botta (ottimo architetto, ma come politico … un atroce dubbio è lecito) si “sentì morire” (sic) dalla vergogna, ma non morì, perchè non era vergogna, ma solo ridicolo, che notoriamente non uccide.

Poche settimane dopo il CF decise il mantenimento della domanda di adesione alla UE, domanda cartacea che ancora oggi giace polverosa e rosicchiata dai pesciolini d’argento (sono insetti, non pesci) in qualche cassetto degli infiniti armadi della plutoburocrazia unioneuropeista. Da allora la lista delle vere e proprie menzogne propinate al popolo dal CF, spesso rispedite al mittente dal voto popolare e sempre dai fatti, non ha cessato di allungarsi. Costi e vantaggi dell’adesione all’ONU, necessità dell’adeguamento del nostro esercito alle norme NATO, partecipazione al trattato di Schengen, che doveva metterci al riparo dall’immigrazione clandestina con la modica spesa di soli 7 mio di franchi all’anno, e invece già 2 anni dopo l’accettazione popolare ne costava oltre 120, e in più favoriva invece di contenere il fenomeno immigratorio, libera circolazione delle persone che sicuramente non avrebbe comportato un aumento dell’immigrazione e invece da allora ne sono entrati più di 80’000 all’anno, e non completo la lista per ovvie ragioni. I disonesti modi di propaganda delle proposte dei membri del nostro esecutivo giunte al voto popolare vanno peggiorando di anno in anno. Burkhalter tenta tenacemente di introdurci nel “mercato interno” dell’UE, proponendo con ciò obbligatoriamente e surrettiziamente di accettare i giudici stranieri di Strasburgo, mentre la Svizzera dovrebbe limitarsi a trattative nel quadro di un “libero mercato”, dove ognuno, noi da una parte, e l’UE dall’altra, resterebbe padrone in casa propria e quindi soggetto solo ai propri tribunali.

La Signora Sommaruga, che tanto buona e gentile appare, precisa ripetitivamente che applicherà alla lettera la decisione popolare che vuole (ma dire voleva sarebbe più consono alla realtà) l’allontanamento degli immigrati colpevoli di ben determinati atti criminali, e intanto dà incarico ad una commissione di suoi burocrati, tenuta se non segreta almeno ben nascosta, di studiare il modo per annullare la decisione popolare con il pretesto che lede il cosiddetto e prevalente diritto internazionale, una legislazione fumosa e traballante che le “grandi potenze” manipolano e impastano (o impostano?) a loro piacimento e convenienza. I sondaggi dimostrano tutti e univoci che oltre l’80% del popolo svizzero vuole il mantenimento di una stretta neutralità e il presidente della Confederazione, ebbro di autostima per una transitoria presidenza dell’OCSE, si permette di dare giudizi non richiesti sulla liceità o meno dell’adesione-annessione della Crimea da parte della Russia. E mi fermo qui.

Ma la domanda che mi travaglia resta, inevasa. Cosa credono di guadagnare questi consiglieri federali, tentando di imporre la propria visione delle cose ad una popolazione che già ha espresso, a più riprese, la propria visione diametralmente opposta? Lo fanno per perdere ogni credibilità ed autorevolezza? Non credo. Hanno valide e solide informazioni, a noi semplici mortali non disponibili, che li inducono a procedere in questo verso? Potrebbe essere, ma allora dovrebbero anche sapere che in democrazia, e a maggior ragione in una democrazia diretta come la nostra, i segreti di “camarilla” e quelli diplomatici ad un certo punto devono cedere il passo al diritto ad una informazione esplicita, onesta e chiara dei cittadini. Le furberie di Scapino dei nostri Consiglieri federali, esattamente come quelle dei Comitati o Congressi partitici di cui ho scritto ieri, non sono foriere di buon tempo. Il danno civico che ne deriva è incommensurabile. Alcune recenti batoste del PLR (penso a quella del Canton Berna) credo che abbiano anche a che fare con la politica propugnata dal Presidente (2014) della Confederazione, loro esimio rappresentante in Governo.

Gianfranco Soldati