In Spagna l’economia è in leggera salita dopo un’austerità drastica, ma l’impiego non riparte. Il tasso di disoccupazione spagnolo, che si situa al 26%, è il secondo più alto d’Europa.

In due anni la Spagna è riuscita, al prezzo di tragici tagli al bilancio e nell’impiego e di drastiche riduzioni dei salari, a far ripartire l’economia, ma fatica a ridurre il tasso di disoccupazione. Il ritorno alla crescita non crea posti di lavoro.

Il paese è uscito dalla recessione. Nel primo trimestre di quest’anno ha segnato la crescita più marcata dal 2008 e la produzione industriale è in progressione del 2.5% su un anno. Invece il tasso di disoccupazione rimane sempre al 26%. Peggio della Spagna fa solo la Grecia.

Fra i più toccati dal problema dell’impiego vi sono i salariati dell’edilizia, settore particolarmente toccato dalla crisi. La disoccupazione fra i giovani tocca il 50%.
La Spagna sta assistendo all’esodo dei suoi giovani. Fra il 2011 e il 2013 sono stati 365’000 quelli con meno di 30 anni che hanno lasciato il paese.