Il 1. luglio la Croazia ha celebrato il suo primo anniversario quale membro dell’Unione europea. Un anno fa il cartello che segnalava il posto di frontiera con la Slovenia (membro dell’UE dal 2004) era stato simbolicamente ritirato e all’estremità est del paese, alla frontiera con la Serbia, era stato installato un cartellone con il simbolo dell’UE.

Oggi l’entusiasmo è scomparso. Il governo croato non riesce a risolvere i suoi problemi strutturali né a fermare il declino economico. Unico punto positivo : quest’anno il paese dovrebbe mettere fine a questa caduta programmata segnando una crescita pari a zero.
Nei cinque anni appena trascorsi il Pil è diminuito del 13%, mentre gli analisti prevedono una stagnazione sul lungo termine.
Ad aggravare le cose, Zagabria aspettava – al momento dell’adesione all’Unione europea – un importante flusso di investimenti provenienti dall’estero. Investimenti che sono invece andati diminuendo drasticamente nei mesi precedenti l’adesione.

Il paese registra il terzo tasso di disoccupazione più importante in Europa. 17,2 % nel marzo di quest’anno, subito dopo la Grecia e la Spagna.
La situazione è anche peggio fra i giovani con meno di 25 anni. Ad essere senza lavoro sono il 49,7 %. Per alcuni giovani è talmente difficile trovare lavoro che non lo cercano nemmeno.

Messo sotto il controllo di Bruxelles, il governo croato non ha più margine di manovra per far fronte alle difficoltà : il debito pubblico, che un anno fa era il 59,6 % del Pil, oggi è salito al 64,7 %, il che ha portato i guardiani dell’ortodossia ad avviare contro la Croazia un procedimento per deficit eccessivo.
Il governo di Zagabria ha risposto alle ingiunzioni operando tagli drastici nel bilancio che hanno permesso di ridurre marginalmente il deficit chiamato in causa.
Ma queste misure proibiscono di disporre di risorse da destinare agli investimenti necessari per modernizzare l’economia e stimolare la crescita. Misure di austerità che stanno facendo sprofondare la Croazia nella crisi.

(Fonte : blogapares.com)