Il politico svizzero di maggior peso e maggior statura è senza ombra di dubbio Christoph Blocher, che sovrasta gli altri di parecchie spanne. Ci si può domandare il perché delle sue molte vittorie, in battaglie condotte spesso contro governo, parlamento, partiti, logicamente salvo il suo, al quale mi onoro di appartenere, stampa e mezzi di informazione elettronici (ministeriali, servi e codini), sindacati, organizzazioni industriali, economiche e professionali, EconomieSuisse per prima. Uno dei motivi è da ricercare proprio nelle cerchie dei suoi concorrenti e nemici, che sempre perdono la lucidità quando si tratta di controbatterlo. Contro i suoi slogan ribattono colpo su colpo, esecrandone il linguaggio o la cartellonistica provocatori. Ignorando però, o fingendo di ignorare, che dietro i suoi slogan stanno fatti e non fisime, fatti che gli elettori constatano giorno per giorno con i loro occhi e sentono minuto per minuto sulla loro pelle.

Le strategie vincenti di Blocher sono frutto di intelligenza non comune, di sensibilità, di fredda,  mai pregiudiziale analisi delle situazioni  e di studio approfondito delle strategie da adottare, e soprattutto di un grande, sincero amore per la Patria, in una parola sono frutto di un eccezionale talento politico. I suoi seguaci lo votano con grande fiducia per un sano buon senso comune e perché sanno che le sue decisioni non sono mai influenzate da propri interessi, cosa quest’ultima che invece non si può dire di quasi tutti i suoi avversari. Ai quali, in fin dei conti, non chiediamo molto, solo di fare il meno danno possibile.

Il ritiro di Blocher dal Consiglio nazionale, sede del lavoro legislativo  indispensabile al paese, ma anche di molto, dispendioso “grenouillage des politiciens” (gracidar delle rane, le inutili chiacchiere dei politici, da Des Gaulles), per dedicarsi a lavori più urgenti e di vitale interesse per il Paese, quello di far tutto il possibile per evitare che Governo e Parlamento ci portino diritti diritti, anche se, per mascherare gli infidi intenti, marciando su tortuosi sentieri, a Bruxelles. Il popolo sovrano queste cose le vede e le sente sulla pelle. Vuole, e lo vuole fermissimamente, preservare le sue libertà, sovranità, indipendenza e neutralità. E`fiducioso, perché sa che con un leader come Blocher les chances di successo sono tante.

Il tam-tam contro Blocher si è già messo all’opera, da parte  del “Tages Anzeiger”, il “Tagi” per i suoi amici, un giornalaccio di faziosa sinistra per me, purtroppo molto diffuso, diretto da un estremista dal passato terroristico indiscusso e mai rinnegato, Res Strehle. La prossima votazione concernente l’EU, dopo quella dello scorso febbraio, sarà  una votazione, ha scritto l’ex terrorista, di vitale importanza, una scelta tra due visioni (n.d.a.: questi strani sinistroidi continuano ad avere visioni e non vanno mai dallo psichiatra), quella nazionalista e quella europea, sottintendendo con ciò che la visione europea è quella nobile e superiore (io invece guardando all’Europa attuale vedo solo disastri), mentre quella nazionale è cosa di bassa lega, di egoismi e di chiusura (a me invece, guardando alla Svizzera, sembra che siamo un paese che commercia con tutti in un quadro di libero mercato, e uno dei paesi al mondo che, proporzionalmente alla grandezza del territorio e alle possibilità economiche, accoglie e nutre più immigranti).

Ancora una volta, per i motivi che ho elencato all’inizio dell’articolo e con i soliti avversari si profila una vittoria di Blocher contro tutti. Auguriamogli lunga vita e buon lavoro.

Gianfranco Soldati, presidente onorario UDC Ticino