Sta per aprirsi – inaugurazione il 5 agosto – ad Ascona la Settimana del cinema d’oro russo, una novità assoluta ideata e proposta da Arminio Sciolli, patron del Centro culturale “Il Rivellino Leonardo da Vinci”, e Gosfilmofond, la celebre cineteca russa. La “settimana d’oro” si svolgerà in parallelo con il festival locarnese (ma non bisogna parlare di “contro-festival” perché è assolutamente vietato!). All’organizzatore Arminio Sciolli abbiamo rivolto alcune domande, ottenendo risposte assai interessanti e “rivelatrici”.
Ticinolive seguirà la manifestazione da vicino e riferirà ai suoi fedeli lettori. Un’intervista di Francesco De Maria.
Francesco De Maria Quale proposta esattamente Lei ha fatto alla direzione del festival di Locarno? Che risposta ne ha avuto?
Arminio Sciolli Nel 2012, quando abbiamo esposto l’artista Oksana Mas di Odessa, Ucraina, abbiamo offerto al Festival di Locarno di portare una pellicola 35mm originale (quella che ha tenuto in mano Eisenstein la sera d’esordio al Bolshoi nel 1925, per intenderci) in deposito negli archivi di Gosfilmofond, accompagnata da una rimusicalizzazione del compositore Luca Congedo e del poeta performativo Luca Barbieri (riprendendo testi di Joyce che introdusse al modernismo l’amico di Riga), la risposta della direzione fu entusiasta e generosa, offrendoci anche una sala per la proiezione.
Quando invece proponemmo di portare il Ministro della Cultura Russo e il direttore di Gosfilmofond, l’ambasciatore Cameroni mi telefonò archiviando le belle intenzioni.
Rimandammo quindi all’anno seguente, il 2013, prestando gratuitamente l’allora Spazio Hermann Hesse a Gosfilmofond. In quell’occasione ci incontrammo con il Sindaco Speziali, già disposta nel 2012 ad operare con partner culturali stranieri e russi in particolare. Il Sindaco di Locarno presentò il modellino della Casa del Cinema e Borodachev, direttore di Gosfilmofond offrì la possibilità di contribuire alla realizzazione.
Siccome il Boccalino d’Oro diede un premio alla Cinemateca Russa, Borodachev tornò a Locarno per ritirare trofeo e diploma. Il Sindaco Speziali consegnò personalmente il Boccalino causando le ire del Presidente del Film Festival.
A fine Novembre 2013 organizzammo un pranzo nello Spazio Hesse, diventato Bianchi, con il direttore del Festival, il direttore di Gosfilmofond ed il regista Peter Greenaway che sta realizzando assieme al Rivellino un film sul viaggio di Eisenstein in Svizzera nel 1929.
Il direttore Carlo Chatrian si è dimostrato una persona estremamente aperta e disponibile. Tanto che ci lasciammo con l’intenzione di proiettare un film russo in Piazza Grande durante il prefestival e d’inserire qualche film (5-7) nella rassegna regolare. Giustamente, Carlo Chatrian si riservò di visionare preventivamente i film.
Sennonché intervenne il doppio interregno natalizio (quello ortodosso prosegue due settimane oltre il nostro cattolico) e l’ambasciata di Svizzera a Mosca siglò il 30 gennaio 2014 con il Ministero della Cultura Russo un accordo sugli eventi culturali legati ai festeggiamenti del 200° anniversario di relazioni diplomatiche tra i nostri due Stati. In questo accordo Ambasciata e Ministero convenivano sulla “Settimana del Cinema d’Oro Russo” in seno al Film Festival di Locarno.
Siccome il Rivellino stava contemporaneamente allestendo una mostra di fotografie di Ivan Bianchi al MAMM/Casa della Fotografia di Mosca e che, da un lato ProHelvetia reclamò perché avevamo menzionato il loro patrocinio (gratuito), e che l’ambasciata manifestò a dei funzionari della Città di Lugano stupore per la mia “interferenza” in assenza di ruolo, capii che dovevo lasciare agire liberamente i servizi diplomatici… Come son cambiati i tempi da quando mio padre era ambasciatore!
Per farla breve, a metà aprile quando Greenaway presentò a Mosca il film prodotto al Rivellino “Atomic Bomb Explosions”, suggerì a Gosfilmofond di mandare una lettera alla direzione del Festival. A inizio maggio, chiamai il direttore Chatrian per via della risposta e mi disse che era tardi, ma che c’era ancora un piccolo spazio, riservandosi di discuterne con il presidente Solari.
“La Libertà di Espressione Artistica” si chiama la frittata servita, ovvero “Niet” (con copia del regolamento).
Segnalai la messa in pericolo delle trattative per i sussidi al Palacinema e la potenzialità per un coinvolgimento sponsoristico da parte dei colossi energetici russi. Un Festival ricco e caro non ha bisogno di nuovi sponsor (uno di questi ogni contribuente ticinese).
È rimasto deluso? Il Suo “contro-mini-festival” ad Ascona assume l’aspetto di una ripicca?
AS Il 5 agosto prossimo il Rivellino festeggia i suo 5° compleanno. All’inizio pensavamo che avremmo reperito sponsor e collezionisti, ma ci accorgemmo che non eravamo graditi all’establishment. Quindi decidemmo realizzare tutto da soli e con i nostri mezzi. Abbiamo subito privilegiato artisti e operatori culturali dissidenti, considerando quelli di regime troppo inborghesiti. Credo che Dio mi abbia dato la possibilità di redimermi promovendo gli artisti di talento, ma marginali o scartati. E così è stato con Wilson, Greenaway, Dondero, Hesse, Ivan Bianchi e ora Gosfilmofond. I miei idoli sono stati i ribelli e i resistenti, non Fantozzi. Sono fiero e felice delle mie scelte “perdenti”.
Il Pardo comunque non ha gradito… Quali saranno i film e le personalità di punta nella “Settimana d’oro”?
AS La Corazzata Potemkin è in lista per colpa e responsabilità esclusivamente mia. L’Italia si compiace nella mediocrità rammentando l’urlo frustrato di Villaggio. Dire Eisesntein per il Cinema è come dire Le Corbusier per l`Architettura, Picasso per la pittura, Einstein per la fisica.
Ci saranno poi delle coproduzioni sovietico-elvetiche come l’ottimo Teheran-43, la regista Bychkova presenterà la sera d’apertura il 5 agosto nel Rivellino la sua produzione di quest’anno “Ancora un anno”. E poi “Oci Ciorni” il capolavoro assoluto di Mikhalkov…
Chi sostiene finanziariamente l’evento?
AS Il Rivellino e Gosfilmofond.
Si pagherà il biglietto?
AS Come sempre il Rivellino promuove la Cultura gratuita e per tutti.
Perché Gosfilmofond si interessa a Locarno? La grande cineteca russa si è già legata a qualche importante manifestazione occidentale?
Innanzitutto sono 5 anni che il Team del Rivellino promuove Locarno come capitale culturale del Ticino in tutto il mondo, incluso a Bely Stolb, sede di Gosfilmofond.
Il Festival Locarnese ha spesso premiato delle pellicole russe, manco a farlo apposta nel 1946, anno d’avvio e di riapertura delle relazioni diplomatiche tra URSS e Svizzera, premiò la fotografia di Tisse per “Ivan il Terribile” di Eisenstein, nel 1953 fu il turno dell’assistente di Alexandrov, già assistente di Eisenstein, per Glinka. Ci furono poi Bondarchuk, Sokurov… Insomma presume di prediligere il Cinema artistico a scapito di quello commercial, cosa che piace ai Russi, cinefili incalliti.
Come mai le relazioni del Rivellino, e Sue in particolare, con la Russia sono così intense e ad alto livello?
AS Mio padre è stato un grande diplomatico, un ambasciatore aperto a tutte le culture, idee e ideali. Noi, suoi figli, cerchiamo di non deluderlo troppo. Un fratello di mia madre (spagnola d’origine) ha redatto uno dei principali dizionari Russo-Spagnolo (durante il franchismo), la Letteratura Russa è seconda solo a quella francese (non volevo studiare diritto, ma cinema o letteratura).
(Per mia curiosità) Che cosa rimane del comunismo in Russia?
AS Tutto, salvo il marxismo-leninismo, se c’è mai stato.
(Se vuole può non rispondere) 2013: che cosa pensa del caso Senzani? 2014: che cosa pensa del caso Polanski?
Gesù aveva diversi zeloti (oggi diremmo terroristi) tra i suoi apostoli. “Oportet ut scandala eveniant” scrive il Vangelo. Dio ci concede una vita abbastanza lunga per pentirci e rifarci. L’unica cosa intelligente che ho letto in questi giorni è stato il commento dell’on. Quadri: chi ha additato il premier italiano per molto meno, oggi difende rei maggiori.
Quante volte ha visto “La corazzata Potemkin”?
AS Non so se ho veramente visto ancora tutte le versioni (una cinquantina), ma ci proverò.
“Il faut toujours dire ce que l’on voit, mais surtout, il faut toujours, et c’est ce qui est plus difficile, savoir voir.”
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