La Commissione europea ha creato una speciale autorità incaricata di valutare le conseguenze dell’embargo russo sui prodotti agroalimentari provenienti dall’UE. Il pregiudizio globale annuo potrebbe essere di 12 miliardi di dollari, mentre i fondi europei a disposizione per risarcire gli agricoltori ammontano a 400 milioni.

I giochi di potere attorno alla crisi ucraina si stanno trasformando per l’UE in una guerra alimentare su vasta scala e con guadagno zero. Dopo il divieto di esportazione in Russia, i paesi dell’UE, gli Stati Uniti e il Canada devono obbligatoriamente riorientare con urgenza la loro produzione agroalimentare verso i paesi dell’Asia, dell’America latina e i Caraibi.

Da subito è apparso evidente che i paesi maggiormente penalizzati dall’embargo sono la Polonia e i paesi del Baltico.
La Polonia perde un mercato che annualmente rappresenta 800 milioni di euro, pari allo 0.5% del suo Pil. Per le mancate esportazioni, l’Estonia perderà in un anno lo 0.3% del Pil. Anche la Finlandia si trova in una situazione critica (vedi correlati).
Il primo ministro finlandese, Alexander Stubb, ritiene che la guerra delle sanzioni fra Russia e Occidente può causare una guerra economica.

L’agenzia europea di analisi Euromonitora ha calcolato che la Russia importava la maggior parte dei suoi prodotti dalla Germania e che solo la solidità dell’economia tedesca permette al paese di assorbire il colpo dell’embargo sull’export. Le perdite annue per la Germania sono comunque notevoli, nell’ordine di 600 milioni di euro.
Non va poi dimenticata la conseguente perdita di posti di lavoro, potenzialmente pericolosa nel contesto dell’attuale crisi in Europa.

Oltre a silurare deliberatamente i propri interessi, l’Europa si allinea ciecamente alla politica americana.

“Si deve capire che gli Stati Uniti non sono né amici, né nemici, ma concorrenti – commenta Sergei Tcheniakhovski, espero geopolitico indipendente – Da un lato i concorrenti possono avere molto in comune, ma da un altro lato restano sempre in concorrenza e agiscono come tale.”

L’embargo russo sui prodotti agroalimentari in provenienza dall’UE, dalla Norvegia, dagli Stati Uniti, dal Canada e dall’Australia porta un carattere negativo per i mercati mondiali – scrive l’agenzia Bloomberg citando Ric Spooner, analista presso la società australiana CMC Markets.
A suo dire l’embargo russo farà drammaticamente salire i prezzi sugli altri mercati, mentre gli esportatori saranno obbligati a cercare nuove vie commerciali.

(Fonte : french.ruvr.ru)