“Non è il momento di attivare un progetto pilota per i lavoratori della piazza finanziaria?”

(fdm) 1) La “fantasia” della sinistra è, come sempre, limitata. Di fronte alla crisi del privato (che c’è, eccome) chiede a gran voce l’intervento dello Stato. È diventato un riflesso quasi automatico. Vanno in crisi gli scalpellini —> deve intervenire lo Stato; va in crisi la Leventina —> deve intervenire lo Stato; vanno in crisi i giovani disoccupati —> deve intervenire lo Stato; … … —> deve intervenire lo Stato. Quello Stato la cui forza – in sostanza, i mezzi di cui dispone per intervenire – dipende dalla “salute” economica della società. L’immagine (in verità un po’ logora) per simili situazioni è sempre la stessa: il gatto che si morde la coda.

2) Al momento dell’annuncio del mutamento di proprietà della BSI – parlo di un tempo molto recente – le dichiarazioni rilasciate alla stampa furono rassicuranti, morbide e lisce come l’olio d’oliva. Io mi dicevo, poco convinto: stiamo a vedere. Beh, non abbiamo dovuto attendere molto!

 

INTERPELLANZA

Signor Sindaco,
Signore e signori Municipali,

Oggi la BSI ha annunciato il licenziamento di 160 collaboratori, quasi tutti in Ticino (la gran parte, quindi, a Lugano).

Il 15 gennaio 2014 il Gruppo PS aveva interrogato il Municipio (Interrogazione no. 561), ricordando che dal 2007 (vigilia della crisi finanziaria) il settore bancario aveva ridotto i suoi collaboratori di 1’170 unità, di cui 938 a Lugano, e che si prospettava a medio termine un’ulteriore riduzione da 450 a 1800 unità, secondo scenari più o meno pessimisti.

I quesiti posti al Municipio erano, in particolare, i seguenti:

1. Condivide, in generale, la necessità di un salto di qualità nella gestione della crisi occupazionale del settore tramite un’iniziativa da concertare fra tutti gli attori rilevanti della piazza finanziaria, compresi i dipendenti e le loro associazioni?
2. Ritiene che, per affrontare questa crisi, lo strumento del “progetto pilota” previsto dalla LADI e dalla L-rilocc possa essere opportuno ed efficace?
3. Ritiene che anche la Città di Lugano possa sollecitare, assecondare, e partecipare in modi da definire a tale progetto?

La risposta ottenuta il 2 aprile è stata sostanzialmente del tipo “affari loro”, con una piccola apertura. Scriveva il Municipio che esso:
“non esclude l’eventualità di attivarsi per dare un impulso in tal senso a tutti gli attori, (…) considerando pure la problematica relativa alla riqualifica del personale che – è inevitabile – non potrà più trovare sbocchi nel settore specifico”. E ancora:
“la modalità del tavolo di lavoro (…) potrebbe essere una soluzione efficace, con il coinvolgimento delle banche, dei partner sociali, Supsi, CSB e altri attori interessati”; “l’Esecutivo, considerata la portata regionale degli effetti di questa crisi, non esclude il ricorso ai disposti dell’art. 9 L-rilocc, che prevede il finanziamento cantonale di progetti di particolare interesse cantonale o regionale”.

In definitiva, la risposta indicava che il Municipio “non escludeva” di potersi attivare in qualche modo, anche se con poca convinzione e determinazione. Ricordiamo infine che la Commissione della gestione (Rapporto sul preventivo 2014 del Comune, pag. 77), trattando dell’annunciato nuovo credito per programmi di sostegno al lavoro, rilanciava il tema invitando il Municipio a: “finalizzare la richiesta di credito a precisi progetti come ad esempio il progetto pilota per i lavoratori della piazza finanziaria, che può beneficiare del finanziamento cantonale sulla base dell’art. 9 L-rilocc (vedi Interrogazione no 561).”

Si chiede quindi al Municipio:

1. Ha intrapreso qualche passo di quelli che “non escludeva” di intraprendere?

2. Non ritiene che l’annuncio della BSI di pesanti misure di licenziamento collettivo non permettano più di tergiversare, men che meno alla città di Lugano, in cui il settore bancario occupa ancora (dati del 2012) quasi 5’000 persone?

3. Quali passi intende (se intende) intraprendere il Municipio nei prossimi mesi?

Martino Rossi, capogruppo PS in CC