Si è presentato oggi all’ Hotel Walter il comitato di sostegno alla partecipazione del Canton Ticino a Expo 2015.

Expo SÌ cHanno parlato Paolo Pagnamenta, granconsigliere; Massimo Suter, presidente di Gastro Suisse; Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse Ticino e Michele Rossi, avvocato e delegato delle associazioni economiche per i rapporti con Berna e l’Italia.

Tutti gli oratori giudicano fondamentale la presenza attiva del Cantone a un evento unico come l’esposizione universale EXPO2015, che attende, in soli 184 giorni, oltre 20 milioni di visitatori a un passo da casa nostra. I ticinesi devono dimostrare di essere uniti e di saper portare avanti con orgoglio, nonostante le difficoltà, il progetto svizzero per il quale il Canton Ticino è stato designato dalla Confederazione cantone capofila. Il credito stanziato verrebbe utilizzato per attività di promozione turistica, territoriale, economica, culturale e determinerà l’immagine del Cantone Ticino che verrà veicolata in Svizzera e nel resto del mondo.

È dunque fondamentale essere attori attivi, e non passivi, del progetto svizzero. La Svizzera non può presentarsi al mondo senza il Ticino. L’obiettivo principale è quello di promuovere e valorizzare l’immagine del nostro Cantone, del turismo e dell’economia, oltreconfine; ma soprattutto dimostrarsi uniti e orgogliosi nel voler non soltanto far parte, ma essere protagonisti del progetto svizzero.

Expo Milano 2015 sarà luogo di incontro per 20 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo, e rappresenta un’opportunità unica, a un passo da casa nostra, per pubblicizzare il nostro territorio, i nostri ottimi prodotti, le nostre offerte turistiche, i nostri progetti per il futuro e la nostra qualità di vita, invidiata a livello mondiale.

Investire in questo progetto è necessario per potersi presentare al meglio al resto del mondo e comporta un ritorno dell’investimento a medio e lungo termine. Un’opportunità, dunque, che non si limita ai 6 mesi di apertura dell’esposizione universale. Nondimeno, si presenta l’occasione per migliorare i tormentati rapporti con l’Italia e guadagnare maggiore considerazione nei confronti del resto della Svizzera.

Expo è un’opportunità unica, che il Ticino deve saper sfruttare a beneficio del turismo e dell’economia locale, perché chi semina, raccoglie!

 

(francesco de maria) Presenza abbastanza numerosa, non tutti giornalisti. Poche le domande perché il discorso – così com’è stato impostato dai quattro relatori – era tutto sommato indiscutibile e lasciava poco spazio a obiezioni e dubbi. Chi ascoltava le ragioni del SÌ non poteva non domandarsi: perché siamo qui? La risposta è: perché sussistono ragioni e fatti diversi da ciò di cui si è parlato.

Ecco le mie osservazioni personali, che propongo… senza obbligo d’acquisto!

A. Tutti – con l’eccezione di un fuggevole accenno di Rossi – hanno lasciato da parte la questione politica. Unicamente: l’immagine del Ticino, la nostra vocazione al turismo, l’albergheria e la ristorazione. Si può obiettare? No, naturale. Ma allora, perché siamo qui?

B. Era giusto che i fautori sottacessero il fatto che sono stati commessi errori gravissimi, madornali. E allora toccherà a me dirlo, facendo l’antipatico (si veda anche l’editoriale, estremamente severo, di Gianni Righinetti nel Corriere). Quando si era ancora in tempo per trattare… non si è trattato, perché con certi cafoni non si tratta. Quando questi ultimi hanno minacciato il referendum gli si è riso in faccia, come se avessero in mano una pistola ad acqua. Infine, ci si è lasciati prendere dal panico, considerando la partita persa ancor prima di incominciare. Adesso, passata l’estate, si giudica che valga la pena di fare almeno un tentativo. Bene.

C. E dire che l’occasione, oltre che disperata, è nel contempo ghiotta. Riuscire a dimostrare che la Lega-zoccolo duro può essere fermata e sconfitta in uno scontro di questo genere sarebbe un colpo da maestri e un possibile inizio di “risurrezione”.

D. Sostengono ufficialmente il SÌ il partito socialista e il partito liberale radicale. Il PPD no? Il PPD di Luigi Pedrazzini (che sembra sparito dalla circolazione) no?

E. La configurazione politica del caso è a dir poco schizofrenica. Il primo governo a maggioranza relativa leghista si trova a combattere… un referendum lanciato dalla Lega.

F. In questa diatriba il pozzo è stato “avvelenato” dalla politica ed è illusorio pensare di uscirne con il solo “buon senso” e le (rispettabilissime) argomentazioni di albergatori e ristoratori.

NOTA IMPORTANTE. L’on. Fiorenzo Dadò (che non era presente) mi comunica che il comitato cantonale del PPD ha deciso questa sera di sostenere il SÌ.

ULTIMISSIMA. Messaggio Facebook da Paolo Beltraminelli (copia-incolla): “PPD unanime per il SÌ, Francesco sbloccati e vota SÌ con convinzione per il Ticino:)”