(fdm) Ricevo e volentieri pubblico questo articolo, che secondo me non sta in piedi e, anzi, suscita la mia ferma deplorazione.
In pratica un cittadino, secondo il Delcò Petralli-pensiero, può pretendere di essere assicurato a tutti gli effetti senza pagare il premio. Non è chi non veda che, se si applicassero simili fantasiosi concetti, il sistema andrebbe rapidamente a catafascio.
Per soprammercato, i poco illuminati che non si sentono in grado di accettare questa idea (balzana) dovrebbero “vergognarsi”. Il (crudele) provvedimento “stride” con il nostro (beneamato) “stato sociale”? Okay, uno “stridore” può risultare molesto e farci aggricciare i nervi, ma anche la bancarotta non è un futuro particolarmente roseo.
E’ notizia di ieri cha la Sasis, una filiale di Santésuisse (organizzazione mantello degli assicuratori malattia) ha spedito una lettera a oltre 46mila fornitori di prestazioni (tra cui circa 25mila medici) in tutta la Svizzera: la missiva ricorda loro che le casse malati hanno il diritto di sospendere – salvo in casi urgenti – i rimborsi alle persone finite sulle ‘liste nere’ allestite da alcuni cantoni per non aver pagato i premi malattia. In sostanza la Sasis SA invita i medici a non curare chi non ha pagato i premi di cassa malati o le partecipazioni alle spese di cura.
E’ una vergogna? Si è una vergogna ma, purtroppo, la Sasis naviga con il favore anche della maggioranza del parlamento ticinese.
Con la modifica degli art. 64a LAMal, in vigore il 1 gennaio 2012, si è finalmente abolita la sospensione automatica degli assicurati morosi dalla copertura assicurativa. Questa modifica ha sanato una vera e propria ingiustizia che strideva con il nostro stato sociale. Ma, purtroppo, la bacchettata alle casse malati, non è stata gratuita. Infatti, in contropartita di questo “regalo”, il Parlamento federale ribaltava sui cantoni l’85 per cento dei crediti (premi, partecipazioni alle prestazioni, interessi di mora, spese esecutive) accertati da un attestato di carenza beni (ACB). In sostanza i cantoni rimborsano alle casse malati l’85% dei debiti degli assicurati morosi. Per il Cantone Ticino la spesa corrisponde a circa 11 milioni all’anno. Con questa modifica legislativa, le casse malati si assumono solo il 15% dei debiti degli insolventi – oneri in ogni caso recuperati sui premi degli anni successivi – mentre l’85% è a carico dei cantoni. Ma v’è di più. Gli ACB rimangono di proprietà delle casse malati, le quali provvedono a rimborsare ai cantoni solo il 50% degli importi, che dovessero, in futuro, recuperare dagli assicurati. Alle casse malati è riconosciuto quindi il diritto di recuperare il 135% del credito accertato dall’ACB, mentre i cantoni dovranno accontentarsi di recuperare al massimo, se va bene e se la cassa malati procede al recupero del credito (quanta sollecitudine è posta in questo compito?), solo il 50%.
Ma la vera perla introdotta con la modifica dell’art. 64 a LAMal è la “lista nera” degli assicurati morosi. Abolita la sospensione automatica delle prestazioni, il Parlamento federale ha pensato bene di reintrodurla sotto altra forma. Infatti, ogni cantone ha la facoltà di chiedere alle casse malati la sospensione degli assicurati morosi che figurano in una “lista nera”, allestita dal cantone stesso, e accessibile ai Comuni ed ai fornitori di prestazioni.
Questa “blacklist”, che oggi scandalizza l’opinione pubblica, il nostro parlamento cantonale l’ha votata a larga maggioranza, solo il gruppo dei Verdi e pochi altri parlamentari vi si erano opposti (http://www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/odg-mes/rapporti/6534-r-min.htm). Per cui, oggi, il Ticino, si trova tra quei cantoni che hanno reintrodotto, per propria volontà, la sospensione delle prestazioni assicurative.
In Ticino, a fine giugno 2014, erano 1’515 gli assicurati sulla lista nera (vedi LaRegione del 9 settembre).
Nell’intenzione del legislatore cantonale, la “lista nera” doveva servire a dissuadere i “cattivi pagatori”, cioè coloro che non pagano le prestazioni assicurative pur avendone i mezzi. In realtà, gli assicurati morosi hanno continuato ad aumentare. La vera domanda da porsi è questa: le 1500 persone in lista sono tutti ricchi ma cattivi pagatori? O sono, come avevamo detto in Gran Consiglio, persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese? E poi, se sono cattivi pagatori per scelta, perché sospenderli dalle prestazioni assicurative? Il credito potrebbe essere recuperato facilmente, con una procedura esecutiva, ammesso che le casse malati ne abbiano voglia. Ma, anche su questo, il cantone non può dir nulla e non ha alcun controllo su quello che fanno o non fanno le casse malati.
In definitiva, la “blacklist” è solo un altro assegno in bianco sottoscritto dal parlamento cantonale a beneficio delle casse malati. Non ci si indigni quindi se la Sasis lo ha incassato.
Michela Delcò Petralli, granconsigliera per i Verdi