Il presidente americano Barack Obama parlerà mercoledì sera alla nazione per spiegare agli americani quale sarà la strategia degli Stati Uniti contro i djihadisti dello Stato islamico. L’obiettivo di Obama è annientare il gruppo terrorista con l’aiuto di una vasta coalizione internazionale e senza impegno americano al suolo.

Ci si deve aspettare un discorso contro natura da parte di Obama, che ha costruito la sua campagna elettorale e le sue azioni su una politica militare poco aggressiva, come spiega Kenneth Weinsten, presidente dell’istituto conservatore di Hudson : “Non sarà il discorso più importante, ma è certamente quello più complicato che Obama deve fare, in quanto da anni ha l’obiettivo di ritirare le truppe americane dall’Irak.
L’estate scorsa aveva deciso di non bombardare la Siria, dopo la scoperta di arsenali di bombe chimiche e in diverse occasioni ha rifiutato di armare l’opposizione siriana. Obama è sempre stato contrario ad aumentare la presenza militare americana in Medio Oriente e adesso è obbligato a farlo.”

Mercoledì sera Obama non parlerà certamente di guerra, ma annuncerà la nascita di una coalizione internazionale il cui obiettivo sarà annientare lo Stato islamico in Irak. Bombardamenti più aggressivi, consegna di armi alle truppe sul terreno, consulenti americani più numerosi. E soprattutto un conflitto sulla durata, perchè la Casa Bianca ritiene che saranno necessari almeno tre anni.

Si tratterà di bombardare l’Irak e sostenere il governo iracheno di unità nazionale, ma lo Stato islamico è ben radicato anche in Siria. Obama ha parlato di armare l’opposizione siriana, cosa che sin qui ha sempre rifiutato di fare.

La decapitazione da parte dei djihadisti dello Stato islamico dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff è stata uno choc tale che anche i più reticenti chiedono un intervento aggressivo contro il gruppo terrorista, come il senatore democratico della Florida Bill Nelson : “La testa del serpente Stato islamico non è in Irak, è in Siria. Dunque se vogliamo uccidere il serpente dobbiamo andare in Siria e tagliargli la testa.”