Amanda 23L’on. Amanda Rückert con il fratello Andreas, che ricordo come allievo


INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Conseguenze devastanti per chi lavora con la bella stagione

È ormai un dato consolidato il fatto che l’estate 2014 sia da considerare meteorologicamente da primato negativo e climaticamente da dimenticare: MeteoSvizzera ha confermato che è stata l’estate più fredda e piovosa da oltre 25 anni e la meno soleggiata da oltre 150.

Si può disquisire a lungo se questo abbia a che fare con i cambiamenti climatici in atto, con il surriscaldamento del pianeta, con l’effetto serra e via dicendo, ma resta il fatto che in ogni caso negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi fenomeni meteorologici inusuali, a stagioni caratterizzate da una maggiore instabilità e imprevedibilità rispetto al passato, il che dovrebbe indurci a qualche riflessione, dato che molto lascia presagire al fatto che l’instabilità climatica sarà all’ordine del giorno anche in futuro.

Dopo l’emergenza neve (se eravamo abituati a inverni con troppa poca neve, quest’anno ce n’è stata troppa) e dopo gli aiuti concessi alle stazioni sciistiche, occorre adesso valutare concretamente cosa si può e s’intende fare a sostegno di altri settori fondamentali per l’economia ticinese, quelli che sono stati pesantemente penalizzati dalla peggiore estate del secolo. Noi riteniamo che non possiamo limitarci a dire – come spesso si tende a fare – che è stato “un caso isolato”. Speriamo sia così, ma intanto il clima ha creato gravi problemi a molte persone il cui lavoro e il cui reddito dipendono soprattutto dall’estate e dal turismo estivo. Quando le alluvioni o le frane mettono in ginocchio una regione si parla di stato di calamità naturale. Ecco, magari il paragone può sembrare esagerato, ma rende l’idea di quello che quest’estate può aver significato per determinati settori.

Giorgio Matasci, presidente della Federazione alpinistica ticinese (FAT), in un’intervista concessa a La Regione lo scorso 12 agosto,, ha lanciato l’allarme chiedendo sostegno al Cantone, tramite sussidi o magari allentando il peso fiscale per le società che gestiscono le capanne alpine, che in totale sono una quarantina. È chiaro che soprattutto le capanne d’alta quota, hanno sofferto moltissimo prima per la neve che ha ricoperto i sentieri fino a Primavera inoltrata, poi per l’eccessiva acqua ed il freddo che hanno caratterizzato i mesi di luglio e agosto. Altrettanto si può però dire anche per i grotti (soprattutto quelli che sorgono in zone discoste o con prevalenza di posti all’esterno), oltre che per i molti ristoranti per i quali l’estate rappresenta la stagione dalla quale dipende il successo o l’insuccesso dell’intero anno. Non abbiamo poi ancora la certezza dell’incidenza dell’estate autunnale sull’annata vitivinicola, anche se alcuni allarmi da parte di chi opera nel settore ci sono già stati. Vedremo infine, tirando le somme in autunno, quanto il clima avrà pesato sulle strutture d’accoglienza: campeggi, alberghi, case di vacanza e sulla ristorazione in generale.

Insomma, le realtà toccate dal maltempo sono molte e importanti, anche se frammentate e prive di una voce unica che le rappresenti. Pur tenendo però conto del fatto che l’economia vive un’epoca di crisi generale, e che lo Stato è già chiamato a erogare aiuti in numerosi settori (e sempre di più nel sostegno sociale), pur considerando che per il Preventivo 2015 si profila un deficit di oltre 100 milioni, qualche riflessione a mente di chi interroga, va fatta.

Infatti, le realtà sopracitate sono tutte importanti – se non fondamentali – per il Ticino e per il turismo, che rappresenta da sempre uno dei pilastri economici del nostro Cantone. Tali settori garantiscono posti di lavoro, creano indotto, contribuiscono a valorizzare la natura e il paesaggio: sono insomma importanti per i turisti ma soprattutto per noi ticinesi e non possiamo pertanto permetterci di perderle o di abbandonarle al loro destino, soprattutto, se pensiamo che il settore enogastronomico sia una carta da giocare con convinzione per contribuire al rilancio dell’economia ticinese.

Si è dibattuto e si dibatte ancora sui fondi stanziati per partecipare all’Esposizione universale di Milano, ma la domanda di fondo è: intendiamo aiutare e consolidare le realtà che caratterizzano il nostro turismo e rendono unico il nostro territorio? E se sì come intendiamo sostenerle quando si trovano in difficoltà?

Fatte queste premesse, chiediamo al lodevole Consiglio di Stato:

1. Il Consiglio di Stato ha avviato, o intende avviare, tramite i propri servizi dipartimentali, una valutazione degli effetti negativi provocati dal maltempo sui settori sopra citati ed eventualmente su altri?

2. Intende in Consiglio di Stato dar seguito alla proposta di aiuti fiscali formulata dal presidente della FAT, Giorgio Matasci?

3. Ritiene il Consiglio di Stato che questa proposta possa essere applicata anche ad altre realtà turistiche messe in ginocchio soprattutto dal maltempo?

4. Il Consiglio di Stato intende stanziare in favore delle aziende e delle realtà penalizzate un credito di aiuto straordinario (attingendo, per esempio, al fondo Swisslos o ad altri crediti quadro già votati per il settore turistico, o eventualmente a fondi federali legati agli Enti regionali di sviluppo)?

5. Il Consiglio di Stato non ritiene che TicinoTurismo e gli Enti turistici regionali dovrebbero rivalutare la promozione cercando di valorizzare le bellezze e le realtà del nostro territorio senza continuare a insistere sul concetto, sempre più volubile, della Sonnenstube?

Amanda Rückert (LEGA); Lorenzo Jelmini (PPD); Fabio Schnellmann (PLRT)