Mercoledì 10 settembre il presidente americano Barack Obama ha tenuto un discorso alla Casa Bianca nel quale ha affermato che intende consacrare maggiori risorse militari alla distruzione dell’organizzazione terroristica dello Stato islamico.

Obama ha annunciato una campagna di bombardamenti aerei sistematici contro i combattenti djihadisti, ovunque si troveranno.

“E’ un principio base della mia presidenza – ha detto – Se minacciate l’America non potrete rifugiarvi da nessuna parte.”

Sino ad oggi i bombardamenti americani si erano limitati al nord dell’Irak, ma ora Obama intende estendere la loro portata, per proteggere gli americani presenti nella regione e gli operatori delle missioni umanitarie, per sostenere i militari iracheni e curdi, così come i ribelli moderati che combattono in Siria contro il regime di Damasco.

Obama ha anche evocato l’intenzione di costituire una coalizione di una quarantina di paesi del Medio Oriente e occidentali. L’obiettivo è indebolire e distruggere lo Stato islamico tramite una strategia globale di contro-terrorismo.

In Irak gli Stati Uniti invieranno 475 consiglieri militari supplementari per rinforzare l’esercito iracheno. Al Congresso il presidente chiederà di approvare un programma che permetterebbe al Pentagono di formare e equipaggiare i ribelli moderati che combattono contro lo Stato islamico e anche contro il regime del presidente siriano Bachar al Assad.

Gran parte del discorso presidenziale è stata consacrata a spiegare perchè questa guerra non può essere evitata. Una lunga spiegazione resa necessaria dal fatto che nel 2009 Obama aveva ricevuto il premio Nobel per la Pace. Inoltre lo scorso gennaio aveva dichiarato che l’America deve uscire dal sentiero della guerra permanente.

La recente decapitazione – o presunta tale – di un giornalista americano e di un operatore umanitario britannico da parte dei djihadisti dello Stato islamico ha fatto inorridire l’opinione pubblica statunitense ben più di quanto abbiano fatto le decine di migliaia di vittime civili del conflitto in Siria.
Per Obama è stato il trampolino di lancio ideale verso una dichiarazione di guerra e, come appare evidente, la tanto attesa occasione per inserirsi militarmente nel conflitto siriano.

(Fonte : Redazione/Express.be)