La maggior parte degli osservatori della campagna lanciata unilateralmente il 10 settembre da Barack Obama contro lo Stato islamico, ha notato che questa campagna si basa anche sulla volontà di rovesciare il presidente siriano Bashar al Assad.

La parola d’ordine, anche se non annunciata ufficialmente, è : “Prima lo Stato islamico, poi al Assad”. Da cui l’intenzione di bombardare le basi dello Stato islamico anche in Siria, ossia praticamente bombardare anche le posizioni dell’esercito del regime di Damasco.

Per giustificare questi attacchi di fronte all’opinione pubblica, da tempo Barack Obama afferma che la caduta di al Assad si impone, come giusta punizione per i crimini (veri e presunti) che ha perpetrato contro l’opposizione.
Il piano di Obama dello scorso anno si basava su un preteso attacco con armi chimiche contro i civili siriani, attacco che si era poi rivelato falso anche grazie all’intervento della Russia. Quest’anno Obama ci riprova e la guerra contro lo Stato islamico è l’occasione perfetta.

Perchè il presidente statunitense vuole la caduta del presidente siriano, addirittura la sua morte?

Vengono evocati generalmente interessi economici : avere a Damasco un governo favorevole alle strategie petrolifere americane, o a quelle degli alleati del Golfo.
Ma il rischio sarebbe grande, significherebbe piazzare al governo dei rappresentanti degli islamisti. Infatti l’Esercito siriano libero, al quale il Congresso americano ha votato l’attribuzione di fondi, non è per nulla affidabile.

Per taluni osservatori, le motivazioni di Obama sarebbero piuttosto politiche : per l’America la caduta di Bashar al Assad sarebbe un primo passo verso l’auspicata caduta del presidente russo Vladimir Putin.
Non vi sarebbe più (con grande soddisfazione anche di Israele) il rischio di un asse sciita e amico della Russia, che associ Iran, Siria e l’Hezbollah libanese.

Alleandosi con la Siria, la Russia mostra anche che, nella lotta che conduce contro i terroristi islamici, ha alleati fra i paesi arabi e fra i cristiani d’Oriente.
La Russia misura anche sino a che punto la caduta di al Assad aprirebbe la porta alle sanguinarie milizie dello Stato islamico, al commercio di ostaggi, armi e droga, di cui sarebbe una delle prime vittime.
Mosca non vuole seguire l’America in una via di cui ha potuto constatare le disastrose conseguenze, in Irak, Libia e Afghanistan.

La Cina sostiene il regime siriano globalmente per gli stessi motivi. Si è sempre opposta ai cambiamenti di regime provocati dagli interventi militari degli Stati Uniti e dei loro alleati europei.

L’Iran ha pochi alleati nel mondo arabo. Uno di questi – il più importante – è la Siria, che nella guerra contro l’Irak di Saddam Hussein aveva portato aiuto militare. Oggi l’alleanza con Bashar al Assad offre all’Iran uno sbocco sul Mediterraneo e permette di portare aiuti agli sciiti nel sud del Libano.

Queste alleanze con paesi ostili agli Stati Uniti sono motivi per cui Barack Obama vuole distruggere Bashar al Assad.

Il presidente americano può scatenare una guerra contro il regime di Damasco senza dover passare dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite : ufficialmente va in guerra per distruggere il pericoloso Stato islamico. In realtà va in guerra anche per distruggere il regime siriano. Alle Nazioni Unite lo hanno capito ma tutti fanno finta di niente.

(Fonte : redazione/news360x.fr)