Oggi giornata SOCIALISTA per il 50% della redazione di Ticinolive: intervista a Roic di buon mattino, poi al Cinema Lux, poi al Padiglione Conza per la “Festa della scuola” (a sostegno dell’iniziativa da 40 milioni all’anno, per intenderci).

Al Lux – direi, ma senza cattiveria – poca gente. In ogni caso meno di quanto mi aspettassi (però manco di esperienza). Presentazione dei candidati al Consiglio di Stato. Sono venuto per fotografarli con la mia macchina, anche se non riesco a competere con i mega-obiettivi dei professionals. I nomi in pochi minuti li ho imparati tutti, e anche l’abbinamento facce-nomi.

Ambiente calmo, concentrato, studioso, quasi “secchione”. Discorsi – non se ne abbiamo a male i “progressisti” nostrani – un po’ scontati, sempre gli stessi. Lotta senza quartiere ai parcheggi, visti come oggetto sostanzialmente diabolico (poi è arrivata anche la domanda su Zali…); statalismo, sussidi, assistenza, la povertà che avanza; i diritti (irrinunciabili) a questo e a quello, senza che l’ “altra” parola venga mai pronunciata neppure a mezza bocca; guerra alla pianificazione ospedaliera “smantellatrice”; la nostra amata scuola, che è il nostro futuro e che “costa troppo poco” (libera interpretazione mia del PS-pensiero).

Non una parola, non una, sulla sicurezza, sull’invasione di massa e relativo degrado sociale. Per questa “cecità” (che è, intendiamoci, non occasionale bensì fisiologica e congenita) il partito ha pagato un prezzo enorme. E non è finita.

Non una parola, non una, sullo stato miserevole delle finanze pubbliche. Solo frecciate in un’unica direzione, addosso ai “populisti”. Esattamente lo stesso fa il PLR ma i due blasonati partiti debbono rendersi conto di una cosa. Così facendo, mantengono quel nemico costantemente al centro dell’attenzione, gli conferiscono un’importanza soverchiante e un notevole vantaggio elettorale. Funziona così da vent’anni. Le lagne contro i populisti – visti come il “male politico” o il “Male” tout court – sono infinite e assordanti (e anche un po’ noiose) ma, Manuele e Saverio, (per il momento) loro sono vincenti e voi siete perdenti. Come dite, nel futuro? Ah, il futuro è nella mente di Giove.

Quanto alla presentazione dei candidati, il PS ha copiato la pensata del PLR al Capannone: tanti piccoli Mike Bongiorno in erba a sforzarsi di essere brillanti e spiritosi, il tutto con effetto alquanto dilettantesco. Non dico che valga solo per i socialisti (no no), ma oggi come oggi candidarsi al Consiglio di Stato – cioè al governo della nostra piccola Repubblica – è diventato un po’ come partecipare a un gioco a premi televisivo. La cosa ha assunto un tono abbastanza “casual”. Per me i consiglieri di Stato erano (lo so, sono vecchio, per questo faccio il giornalista) Brenno Galli, Flavio Cotti, o, in tempi più recenti, Giuseppe Buffi. Sono decisamente “out”, il “nuovo che avanza” mi manda in confusione. Ammetto però che Bertoli è autorevole e ha un bel modo di fare.

Stavo per partire, era tardi, quando qualcosa mi ha trattenuto. Hanno chiamato sul palco, per chiudere in bellezza, Pietro “Rosso Antico” Martinelli. Gli anni sono tanti ma l’uomo sembra in forma, è magro, scattante, oratore accattivante. Le date non le sa, ha regalato al “profeta fallito” Gerolamo Savonarola ben diciotto immeritati anni di vita, facendolo morire nel 1516. Mentre tutti sanno che il frate eretico fu arso vivo in piazza della Signoria il 23 maggio 1498, mentre regnava a Roma il grande e carnale pontefice Alessandro VI.

Anche lui non sa trattenersi e mena botte alla testa dei “populisti”, “che dicono le cose che la gente desidera sentire per fare incetta di voti”. Mentre la frase di Pietro da me prediletta (pronunciata in altra occasione) è: “Volevamo cambiare il mondo e il mondo ha cambiato noi”. In meglio? Ah, io questo non lo dico.

Last but not least, le fotografie con i nomi.

Lurati GrassiTatiana Lurati Grassi

MiranteAmalia Mirante

BangHenrik Bang

DurischIvo Durisch